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Osservatori

Cresce l’e-commerce Made in Italy: sono 91.000 le imprese con un sito di e-commerce, +3,4% nel 2025

Shutterstock 671755273

L’e-commerce italiano prosegue la sua espansione e si consolida come motore di trasformazione per il commercio italiano. Secondo i dati dell’Osservatorio siti e-commerce italiani realizzato da Netcomm in collaborazione con Cribis, il numero di aziende italiane con un sito e-commerce ha registrato un aumento del 3,4% rispetto al 2024, raggiungendo quota 91.000 imprese. Si evidenzia inoltre una crescita delle società di capitale con e-commerce (+8,5%), da 47.000 del 2024 a 51.000 nel 2025: questo incremento indica una progressiva maturazione del settore, con aziende sempre più strutturate e orientate a strategie digitali avanzate.

 

Distribuzione geografica e caratteristiche delle aziende e-commerce Made in Italy

Dall’analisi[1] emerge che le aziende italiane che operano nell’e-commerce sono distribuite in modo eterogeneo sul territorio nazionale, con una maggiore concentrazione nelle regioni economicamente più sviluppate: Lombardia, con il 19% delle aziende e-commerce;  Lazio, con l’11,6% e a seguire  Campania, con l’11,3%. A livello provinciale, i principali hub del commercio digitale sono Milano (9,6%), Roma (9,3%) e Napoli (6,2%). È fondamentale segnalare che, a livello di macro-aree, la percentuale maggiore di società per capitale con e-commerce è localizzata nella zona Sud e nelle Isole (il 31%).

L’analisi mostra inoltre come il settore sia dominato da micro e piccole imprese, con una presenza significativa anche di aziende di dimensioni più grandi, che hanno una maggiore penetrazione sul dato nazionale. La fascia d’età più rappresentata tra le aziende e-commerce va dai 6 ai 25 anni, con una crescita dell’età media, segno di una maturità crescente del settore e di una stabilizzazione delle imprese che operano nel digitale. Il settore più rilevante è il Commercio (47,5%), seguito dai Servizi (24%), ma i microsettori con maggiore incidenza sono l’Industria delle Bevande (25,5%), le Attività Editoriali (18,6%), la Fabbricazione di Prodotti Chimici (12,6%) e le Industrie Alimentari (12,1%).

Sul fronte della comunicazione digitale, emerge la forte presenza delle aziende e-commerce sui social media, ormai strumenti indispensabili per la promozione e il customer engagement. In particolare, l’82,7% delle aziende analizzate possiede almeno un social network. Di queste, l’84,4% ha un canale Facebook e il 69,6% è attivo su Instagram. Gli altri social media che superano la soglia del 10% sono YouTube, Linkedin e X.

 

Digital Attitude e Internazionalizzazione

L’Osservatorio evidenzia come le imprese italiane stiano progressivamente investendo in digitalizzazione, con un forte incremento della loro capacità di operare e comunicare efficacemente sui canali digitali. Emerge infatti che il 67,2% delle aziende registra alto livello di Digital Attitude, in crescita rispetto al 49,2% del 2024. Questo indice misura la predisposizione delle imprese agli investimenti in marketing digitale, digital transformation e infrastrutture web, ma anche copertura della banda larga nel Comune e utilizzo del canale internet per il business, attraverso un Sito internet strutturato, efficace, aggiornato su cui si innesta l’attività di e-commerce. Il 30,1% delle aziende mostra un livello alto di Innovation, mentre il 54,7% si colloca nella fascia medio-alta. Questo indicatore rileva il livello di innovazione e la propensione ad innovare, usando come fonti la crescita della produttività e dell’autonomia patrimoniale, il livello di innovation del sito internet, la presenza di brevetti innovativi, l’approccio smart al business, un management flessibile e orientato all’R&D, ma anche il livello di internazionalizzazione del contesto (investimenti esteri, filiere internazionalizzate, attività di export). Nonostante questi progressi, oltre il 54% delle aziende e-commerce presenta ancora un basso livello di internazionalizzazione, evidenziando la necessità di strategie più efficaci per espandere la presenza del Made in Italy sui mercati esteri. Solo il 16,8% delle società di capitale presenta nel 2025 un elevato score di internazionalizzazione.

 

Metodi di pagamento e canali digitali: il ruolo della multicanalità

L’analisi ha rilevato una progressiva diversificazione degli strumenti di pagamento offerti dalle aziende italiane con e-commerce, segnale di una crescente attenzione verso l’esperienza d’acquisto e la flessibilità delle transazioni. Il 16,6% del campione utilizza un solo metodo di pagamento, mentre il restante 83,4% ne ha più di uno, con un aumento delle imprese che offrono 3 o 4 soluzioni rispetto al 2024. Tra le aziende che hanno un solo metodo di pagamento si distinguono PayPal con il 46,8%, la Carta di Credito con il 25,8% e il Bonifico Bancario con il 15,7%. In relazione alla dimensione aziendale, si nota come PayPal sia il metodo più utilizzato dalle Micro, Piccole e Medie imprese, mentre la Carta di credito sia quello più utilizzato dalle Grandi. Per le aziende che hanno più metodi di pagamento quelli più utilizzati sono Carta di Credito, PayPal, Bonifico Bancario. Si segnala la crescente diffusione di Klarna, indicativa di un maggiore interesse verso le soluzioni di pagamento rateizzato e "buy now, pay later".

 

[1] L’Osservatorio ha preso in considerazione tutte le aziende italiane che sul loro sito ufficiale hanno un e-commerce e un carrello associato, comprendendo pertanto le Partite IVA italiane, senza tener conto di eventuali brand associati. Sono invece, state escluse le imprese che vendono esclusivamente tramite marketplace o piattaforme di social commerce.

Lutrino Tiziana
L'AUTORE
Tiziana Lutrino

Business Intelligence Coordinator, CRIBIS

In CRIBIS dal 2009, ha maturato competenze avanzate in market analysis, direct marketing e lead generation. La sua esperienza include marketing strategy, market research e marketing communications, con un focus su data analysis, business analysis e reporting. Specializzata in analisi quantitativa e statistica dei dati, utilizza strumenti come SAS, SPSS, Microsoft CRM e Business Objects per supportare strategie di segmentazione, CRM e database management. Oggi si occupa di business intelligence, con particolare attenzione all’analisi dei dati, reporting e analisi di mercato; utilizza strumenti avanzati per ottimizzare i processi decisionali e supportare strategie di business basate sui dati.

Business Intelligence Coordinator, CRIBIS

In CRIBIS dal 2009, ha maturato competenze avanzate in market analysis, direct marketing e lead generation. La sua esperienza include marketing strategy, market research e marketing communications, con un focus su data analysis, business analysis e reporting. Specializzata in analisi quantitativa e statistica dei dati, utilizza strumenti come SAS, SPSS, Microsoft CRM e Business Objects per supportare strategie di segmentazione, CRM e database management. Oggi si occupa di business intelligence, con particolare attenzione all’analisi dei dati, reporting e analisi di mercato; utilizza strumenti avanzati per ottimizzare i processi decisionali e supportare strategie di business basate sui dati.

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