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State of the Digital Decade 2025: progressi e criticità della transizione digitale nell’Unione Europea

L'edizione 2025 del report State of the Digital Decade analizza i progressi della transizione digitale nell'Unione Europea e nei singoli stati membri. Scopri di più.
La Commissione europea ha pubblicato l'edizione 2025 dello State of the Digital Decade, relazione annuale che fotografa i progressi e le criticità dell’UE nel percorso verso gli obiettivi digitali fissati per il 2030, con approfondimenti specifici per ogni Stato membro.
Il rapporto sul Decennio Digitale valuta l'evoluzione della digitalizzazione dell’UE in base ai quattro ambiti principali interessati dalla Strategia digitale europea, ovvero infrastrutture, imprese, competenze, servizi pubblici.
Cosa è emerso nel report? Vediamolo insieme.
La transizione digitale in UE
Lo State of the Digital Decade 2025 evidenzia che sono stati compiuti importanti progressi in UE soprattutto sul fronte di:
- digitalizzazione dei servizi pubblici,
- copertura di base del 5G
- installazione di nodi periferici per un trattamento dei dati più rapido ed efficiente.
Nonostante questi progressi, permangono alcune criticità nel processo di transizione digitale. In particolare:
- la diffusione delle infrastrutture per la connettività è in ritardo;
- l'adozione dell'intelligenza artificiale, del cloud e dei big data da parte delle aziende è migliorata, ma deve essere accelerata;
- poco più della metà degli europei (55,6%) possiede conoscenze digitali solo a livello base. Inoltre, la disponibilità di specialisti ITC con competenze avanzate rimane bassa e presenta un forte divario di genere;
- la digitalizzazione dei servizi pubblici è buona ma l’UE dipende ancora molto da fornitori tecnologici extraeuropei.
In accompagnamento al report, la Commissione europea ha stilato una serie di raccomandazioni per accelerare la trasformazione digitale, ridurre le dipendenze esterne e favorire lo sviluppo di una industria digitale UE.
Queste indicazioni, se seguite scrupolosamente da tutti i Paesi membri, si stima potrebbero creare le condizioni per uno sviluppo del PIL europeo di un ulteriore 1,8% entro il 2030, grazie al raggiungimento degli obiettivi di innovazione e di sovranità tecnologica.
Nelle sue raccomandazioni, l’UE chiede agli Stati membri di:
- aumentare gli investimenti pubblici e privati per la transizione digitale;
- rafforzare il mercato unico digitale;
- semplificare e ridurre gli oneri amministrativi;
- agevolare una trasformazione inclusiva coinvolgendo città, regioni e territori.
In tutto questo, l’Italia a che punto è? Il nostro Paese ha fatto importanti progressi, ma il percorso è ancora lungo.
Qual è il livello di digitalizzazione dell’Italia in ambito pubblico e privato?
Il nostro Paese indubbiamente ha compiuto notevoli progressi nell’ambito della trasformazione digitale; non mancano però ritardi e criticità. Nel 2024, in particolare, l'Italia ha fatto importanti passi avanti nello sviluppo delle infrastrutture digitali e ha raggiunto risultati significativi nella digitalizzazione dei servizi pubblici e nel settore dell'eHealth. Buono il livello di digitalizzazione delle piccole e medie imprese (PMI), di cui la maggior parte raggiunge almeno un livello base.
Il Paese continua, invece, a essere in ritardo nell'adozione di tecnologie digitali avanzate come l'intelligenza artificiale. Si rileva anche una grossa difficoltà nello sviluppo delle startup (gli unicorni sono solo 9, uno in più dell’anno precedente) e delle PMI innovative. Fortunatamente l'Italia può vantare una posizione forte nelle tecnologie strategiche, come l’ingegneria quantistica e i semiconduttori.
La cybersicurezza resta un tema centrale: sono in corso diverse iniziative per rafforzare la sicurezza informatica del Paese, che prevedono il miglioramento della capacità di monitoraggio, analisi e risposta. Anche l'Italia, infatti, si trova ad affrontare un ritardo nella diffusione delle conoscenze digitali, con lacune che colpiscono in particolare le persone giovani e con livelli di istruzione inferiori. Per supplire a questa situazione, il Paese si sta impegnando per potenziare le competenze digitali di base dei cittadini attraverso iniziative specifiche per contrastare la disinformazione, migliorare l’alfabetizzazione digitale e garantire la sicurezza online. La quota di specialisti ICT resta però bassa e inferiore alla media europea (4% nel 2024, al di sotto del 5% dell'UE).
La digitalizzazione dei servizi pubblici, di contro, ha compiuto progressi significativi. Inoltre, nel 2024 è stato dato impulso all'attuazione del Piano Transizione 5.0, con l'obiettivo di accelerare il percorso verso un modello di produzione efficiente dal punto di vista energetico, sostenibile e basato sulle energie rinnovabili. Tuttavia, l’adozione di questa misura resta al momento modesta.
Quali sono le misure più strategiche per la transizione digitale in Italia?
Visti i progressi e le criticità del percorso di digitalizzazione del nostro Paese, la Commissione europea ha raccomandato all’Italia una serie di misure strategiche:
- intensificare gli sforzi per acquisire una posizione di leadership nel settore dell'IA;
- promuovere l'innovazione nel settore delle tecnologie digitali, potenziando l'ecosistema nazionale e considerando incentivi mirati per i settori chiave;
- sostenere gli sforzi di digitalizzazione delle PMI ponendo l'accento su tecnologie strategiche come l'IA;
- rafforzare le opportunità di formazione per tutte le fasce di popolazione e consolidare l'istruzione sulle competenze digitali nelle scuole, incentivando la riqualificazione e l'aggiornamento professionale dei lavoratori;
- ampliare l'istruzione superiore in ambito ICT e allinearla alle esigenze del mercato del lavoro, promuovendo la partecipazione delle donne all'istruzione e alle carriere nel settore ICT e introducendo misure per attrarre e trattenere i professionisti;
- considerare una priorità la sicurezza informatica in vista dell'evoluzione delle minacce online, rafforzando la capacità di risposta sia nelle imprese sia nella pubblica amministrazione;
- proseguire gli sforzi per implementare infrastrutture di connettività (in particolare FTTP) in tutto il Paese, comprese le aree scarsamente popolate;
- mantenere lo slancio nell'implementazione dei servizi pubblici digitali, concentrandosi sulla semplificazione e sulla facilità di utilizzo da parte degli utenti.
Perché la digitalizzazione sarà sempre più necessaria
In un mondo in continua evoluzione, la digitalizzazione è una tappa obbligata per garantire competitività, efficienza e innovazione. Dalla pubblica amministrazione alle imprese, fino ai singoli cittadini, il processo di trasformazione digitale coinvolge ogni settore della società. Questo percorso è indispensabile per affrontare il futuro: basti pensare ai benefici del processo di digitalizzazione in termini di:
- efficienza operativa: digitalizzare significa velocizzare le operazioni quotidiane, ridurre gli errori e ottimizzare le risorse. Ad esempio, la gestione digitale dei documenti e l’uso di sistemi cloud permettono di accedere rapidamente alle informazioni, abbattendo i tempi e i costi di archiviazione;
- accesso all’innovazione: le tecnologie digitali sono la base per sviluppare prodotti e servizi innovativi. Piattaforme di e-commerce, intelligenza artificiale, Internet of Things e strumenti di analisi dei dati, inoltre, offrono nuove strade per rispondere ai bisogni dei clienti in modo personalizzato e tempestivo;
- maggiore competitività: un’impresa che investe nel digitale riesce a mantenere il passo con i cambiamenti del mercato e a differenziarsi dai concorrenti. La digitalizzazione è un elemento chiave per l’internazionalizzazione, il marketing online e l’apertura a nuovi canali di vendita;
- inclusività e semplificazione: la digitalizzazione può migliorare la qualità della vita, semplificando l’accesso ai servizi e riducendo le barriere geografiche, ad esempio attraverso telemedicina, didattica a distanza, fruizione online dei servizi della pubblica amministrazione;
- sostenibilità: l’adozione di soluzioni digitali contribuisce anche alla sostenibilità ambientale. Ridurre l’uso della carta, ottimizzare i trasporti e monitorare i consumi energetici con strumenti digitali significa ridurre l’impatto ecologico.
La digitalizzazione è una trasformazione epocale che richiede visione, strategia e collaborazione tra istituzioni, imprese e cittadini. Investire nel digitale significa investire nel futuro.

L'AUTORE
Mauro Cortesi
Top Customer Consulting Manager, CRIBIS
Responsabile del team di consulenza dedicato al mercato Corporate, ha consolidato un’ampia esperienze nel settore della business information con un approccio consulenziale volto all’analisi e alla valorizzazione dei dati all’interno dei processi aziendali. Coordina team che supportano le aziende nell’ottimizzazione della gestione del credito, procurement, marketing e ESG, favorendo l’integrazione tra sistemi informativi aziendali per migliorare l’efficienza operativa. Grazie ad un approccio orientato all’innovazione, aiuta le organizzazioni a trasformare le informazioni in strumenti decisionali efficaci, ottimizzando i processi e le strategie di gestione dei rischi con l’obiettivo di trasformare i dati in un vantaggio competitivo.
Top Customer Consulting Manager, CRIBIS
Responsabile del team di consulenza dedicato al mercato Corporate, ha consolidato un’ampia esperienze nel settore della business information con un approccio consulenziale volto all’analisi e alla valorizzazione dei dati all’interno dei processi aziendali. Coordina team che supportano le aziende nell’ottimizzazione della gestione del credito, procurement, marketing e ESG, favorendo l’integrazione tra sistemi informativi aziendali per migliorare l’efficienza operativa. Grazie ad un approccio orientato all’innovazione, aiuta le organizzazioni a trasformare le informazioni in strumenti decisionali efficaci, ottimizzando i processi e le strategie di gestione dei rischi con l’obiettivo di trasformare i dati in un vantaggio competitivo.
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