Sostenibilità
Upcycled Food: un nuovo mercato che raggiungerà un valore di 74,8 miliardi di dollari entro fine 2029

L'upcycled food consiste in cibo ricavato da sottoprodotti alimentari che altrimenti verrebbero scartati: scopri tutti i vantaggi ambientali ed economici.
In un’epoca in cui essere sostenibili è una necessità, anche l’industria alimentare si sta reinventando. Tra le tendenze emergenti spicca l’upcycled food, ovvero alimenti creati a partire da ingredienti che altrimenti verrebbero scartati. Una rivoluzione che coniuga economia circolare, innovazione e lotta allo spreco alimentare.
Cos’è il cibo upcycled?
Il termine upcycled food indica il riutilizzo di sottoprodotti alimentari, come bucce, torsoli, polpa di frutta, siero di latte o scarti vegetali, trasformandoli in nuovi ingredienti o prodotti destinati al consumo umano. Un approccio che non solo riduce i rifiuti, ma crea nuove filiere economiche, aprendo opportunità di business innovative e sostenibili.
Secondo un recente studio di BCC Research, il mercato globale degli upcycled food raggiungerà un valore di 74,8 miliardi di dollari entro la fine del 2029, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 5,6%.
Un aumento determinato da una maggiore sensibilità dei consumatori verso prodotti sostenibili, dalla crescente consapevolezza ecologica, dall’avversione agli sprechi alimentari e da una generalizzata maggiore attenzione per l’ambiente, il tutto favorita dalle innovazioni tecnologiche che stanno rivoluzionando il settore alimentare.
Le prospettive future vedono il segmento degli upcycled food a base vegetale continuare a dominare il mercato. Il Nord America dovrebbe avere una posizione predominante nel mercato con un CAGR del 5,9%, raggiungendo un valore di 30,4 miliardi di dollari entro il 2029.
Quali sono i benefici e le criticità dell’upcycled food?
L’upcycled food ha un potenziale enorme in termini di impatto ambientale. La FAO stima che un terzo del cibo prodotto nel mondo venga sprecato: ridurre anche solo una parte di questi scarti significa tagliare le emissioni di gas serra, risparmiare acqua e ridurre l’uso di suolo agricolo.
C’è poi un beneficio sociale: valorizzare gli scarti può ridurre i costi alimentari, migliorare l’accesso al cibo e incentivare produzioni locali e a basso impatto.
Non mancano però le criticità. Tra queste:
- regolamentazione incerta: non tutti i Paesi hanno una normativa chiara su cosa possa essere definito upcycled food e quali processi siano consentiti;
- percezione del consumatore, poiché per alcuni l’idea di un prodotto ottenuto da scarti può ancora evocare diffidenza;
- standardizzazione della filiera: recuperare sottoprodotti in modo sicuro, tracciabile e scalabile richiede tecnologie, logistica e partnership affidabili.
Cibo anti-spreco per un futuro sostenibile
Il cibo upcycled non è una moda passeggera, ma una risposta concreta e sostenibile a molte delle sfide sistemiche dell’industria alimentare: dallo spreco alla sicurezza alimentare, dalla scarsità di risorse alla decarbonizzazione. In un contesto in cui le imprese sono chiamate a integrare i principi ESG nei propri modelli di business, l’upcycling rappresenta un’opportunità da non sottovalutare, anche dal punto di vista dei ritorni economici.
Le aziende che sapranno andare in questa direzione potranno non solo ridurre i costi e differenziarsi sul mercato, ma anche contribuire in modo tangibile alla costruzione di un sistema alimentare più equo, sostenibile e resiliente.
Del resto, l’economia del futuro non sarà quella che produce di più, ma quella che saprà sprecare di meno. E il comparto degli upcycled food ne è uno degli esempi più brillanti.
Rendi più sostenibile la tua filiera

L'AUTORE
Fiorenza Orsitto
ESG Business Manager, CRIBIS
Fiorenza Orsitto, dopo anni di esperienza nel mondo della consulenza direzionale Banking & Finance, entra a far parte del settore delle Business Information con particolare attenzione a progettualità complesse dedicate a grandi realtà italiane. In CRIBIS attualmente ricopre il ruolo di ESG Business Manager coordinando il team di ESG Solutions al fine di dare alle imprese strumenti per supportare il proprio processo di transizione sostenibile e valutare le performance ESG proprie e dell’intera catena del valore.
ESG Business Manager, CRIBIS
Fiorenza Orsitto, dopo anni di esperienza nel mondo della consulenza direzionale Banking & Finance, entra a far parte del settore delle Business Information con particolare attenzione a progettualità complesse dedicate a grandi realtà italiane. In CRIBIS attualmente ricopre il ruolo di ESG Business Manager coordinando il team di ESG Solutions al fine di dare alle imprese strumenti per supportare il proprio processo di transizione sostenibile e valutare le performance ESG proprie e dell’intera catena del valore.
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