Internazionalizzazione

Vicenza, Lecco e Varese al top per internazionalizzazione: qual è la chiave del successo?

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Solo il 4,6% delle imprese italiane dimostra un’elevata propensione all’internazionalizzazione. Servono i giusti strumenti per affrontare le sfide del mercato globale.

L’internazionalizzazione è ad oggi l’evoluzione necessaria del modo tradizionale di “fare impresa” e costituisce un’ottima opportunità di fare business all’estero soprattutto per gli imprenditori che si trovano in difficoltà a competere nel mercato interno.

Come è intuibile, però, il processo di internazionalizzazione non è privo di ostacoli.

Le sue variabili critiche sono innumerevoli e proprio per questo senza i requisiti, gli strumenti giusti e un’adeguata preparazione, si rischia di andare incontro a problematiche considerevoli per il proprio business.

Fra le province che puntano di più all’export spiccano Vicenza, con l’11,9% di imprese sul totale di quelle attive sul territorio, Lecco (11,4%) e Varese (11,1%). È quanto emerge da un’analisi sulle aziende del nostro Paese effettuata da CRIBIS attraverso Margò, la piattaforma di sales acceleration realizzata da CRIBIS per aiutare le imprese a trovare nuovi clienti, gestire la rete commerciale e sviluppare il portafoglio clienti.

Le statistiche ci segnalano che solo il 4,6% delle imprese italiane dimostra un’elevata propensione all’internazionalizzazione.

Il Nord è l’area geografica con la percentuale più alta (74,6%) di aziende che investono maggiormente all’estero, hanno avviato attività di export, fanno parte di filiere internazionalizzate o di grandi gruppi globali.

Dati che inducono il lettore a porsi qualche domanda:

  • Cosa contraddistingue queste aziende?
  • Qual è la loro chiave del successo?
  • Perché ci sono aziende che non guardano ai mercati esteri?

Noi, come CRIBIS, siamo partner di molte aziende che decidono di intraprendere un percorso di internazionalizzazione e per questo motivo possiamo dire di conoscerle molto bene.

Si tratta di imprese che sicuramente partono da un’attenta analisi di autovalutazione della propria situazione misurando preventivamente il livello di adeguatezza e di preparazione delle diverse funzioni aziendali rispetto alla volontà di collocarsi sui mercati esteri.

Una volta raggiunti i requisiti necessari in termini organizzativi e di competenze, quali saranno i next step? Si avvarranno di strumenti per:

  • studiare il paese-mercato e scegliere quello più profittevole partendo dal codice doganale individuato
  • individuare potenziali distributori dei propri prodotti all’estero attraverso analisi accurate
  • cercare informazioni aggiornate e complete sui referenti di un’azienda per avanzare un’offerta commerciale su misura

Questi passaggi sono fondamentali per iniziare a entrare in un mercato estero, con efficacia ma senza disperdere risorse. L’individuazione rapida di potenziali clienti permette di raccogliere rapidamente ricavi dagli investimenti e acquisire fiducia e competenze.

 

Niccolò Zuffetti, Marketing Manager CRIBIS

Niccolò Zuffetti 2
L'AUTORE
Niccolò Zuffetti

Marketing Manager, CRIBIS

Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.

Marketing Manager, CRIBIS

Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.

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