Gestione Crediti Commerciali
Tessile e abbigliamento: quali sono le abitudini di pagamento del settore?
In occasione dei saldi estivi 2023, un’analisi del settore tessile e delle sue abitudini di pagamento.
I saldi estivi, quest’anno regolati da un nuovo Codice del consumo, sono un momento molto atteso dai commercianti del settore tessile. Come risponderanno gli italiani a sconti e offerte? E quali sono le abitudini di pagamento degli esercenti del comparto?
Saldi estivi: quanto spendono gli italiani?
I saldi estivi 2023 sono iniziati il 6 luglio in quasi tutta Italia e, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media 213 euro, ovvero 95 euro pro capite, per un valore complessivo di 3,4 miliardi di euro.
In base, invece, al sondaggio sulle intenzioni di acquisto per i saldi estivi 2023, condotto da IPSOS per Confesercenti, il 61% degli italiani prevede di acquistare almeno un prodotto di abbigliamento, calzature o accessori durante questa stagione di saldi, mentre il 30% acquisterà solo se dovesse trovare l'offerta giusta.
Per quanto riguarda il budget, i consumatori che approfitteranno del periodo delle offerte pensano di destinare un budget medio di 227,35 euro, ma oltre un terzo di chi vuole comprare in saldo prevede di spendere meno di 100 euro (24,9% meno di 100 euro, 9,2% fino a 50 euro), mentre solo il 14,1% spenderà più di 300 euro (il 10,3% tra i 300 ed i 500, il 3,8% oltre 500 euro).
Le famiglie che investiranno di più nei saldi, per Ipsos-Confesercenti, sono quelle del Centro (253,07 euro a persona), mentre nelle Isole si prevede una spesa al di sotto dei 200 euro.
Federmoda, infine, si aspetta un aumento del 5% delle vendite rispetto al 2022 per effetto dei rincari di questo periodo che potrebbero spingere gli italiani ad approfittare delle offerte.
Dati sulle aziende del settore abbigliamento
Analizzando i dati attraverso la piattaforma Margò, il settore abbigliamento risulta composto da circa 208 mila imprese di cui il 53,8% opera nel Commercio al dettaglio, il 36,5% nell’Industria e produzione, per il 9,7% nel Commercio all’ingrosso.
Per quanto riguarda la dispersione geografica, le aziende del settore abbigliamento si concentrano in particolare in tre regioni italiane:
- Campania (15,3%)
- Lombardia (13,2%)
- Toscana (12,8%)
Settore abbigliamento: fatturato non ancora a livelli pre-Covid
Il 2020 è stato un anno da dimenticare per le aziende dell’abbigliamento (e non solo). A raccontare quanto il settore è stato penalizzato dalla crisi pandemica sono i dati sul fatturato che è passato da 112.209.490.159 euro del 2019 a 89.608.465.400 euro del 2020.
Nel 2021, fortunatamente, c’è stato un recupero e il fatturato ha raggiunto quota 108.572.902.985 euro senza, però, ancora tornare ai livelli pre-Covid.
Costante invece la crescita del numero dei dipendenti:
- 451.083 del 2020
- 477.419 del 2021
- 493.679 del 2022
Abitudini di pagamento delle aziende del settore abbigliamento
In base alle rilevazioni al primo trimestre 2023 dello Studio Pagamenti di CRIBIS, il comparto dell’Industria, Produzione ha le performance migliori (45,8% di pagatori puntuali e 7% di ritardi gravi oltre i 30 giorni), mentre la percentuale più bassa di pagamenti alla scadenza si registra nel Commercio all’Ingrosso (36,2%); al Commercio al Dettaglio spetta il primato nei gravi ritardi (13,6%).
Osservando i trend degli ultimi anni, i pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo registrano una diminuzione del 17,6% nell’Industria, Produzione rispetto al Q4 2021, mentre il Commercio al Dettaglio registra le performance peggiori in corrispondenza dei ritardi gravi (+8,8% vs 2019 e +6,3% vs 2022).
Anche considerando i trend sui pagamenti puntuali dal 2019 al primo trimestre 2023 dei tre diversi macro-comparti dell’Abbigliamento, emerge con chiarezza come Industria e produzione vanti una maggiore regolarità e affidabilità non solo del settore, ma anche della media nazionale.
Allo stesso modo il comparto Industria e Produzione registra risultati positivi anche sul fronte dei ritardi gravi, sia all’interno del settore, sia nei confronti della media nazionale.
Volendo, infine, andare a considerare la distribuzione a livello geografico, è al Nord che si trovano le aziende più puntuali.
Le imprese più virtuose del comparto Industria e Produzione si concentrano, infatti, al Nord Ovest (50,4%), quelle del Commercio all’ingrosso al Nord Est (42,3%), quelle del Commercio al dettaglio al Nord Est (44,2%).
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L'AUTORE
Niccolò Zuffetti
Marketing Manager, Cribis
Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.
Marketing Manager, Cribis
Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.
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