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Osservatori

Imprese in crescita: + 116 mila nuove attività in Italia dal 2023 a metà 2025

Shutterstock 2261926833

Il tessuto imprenditoriale italiano ha mostrato un certo dinamismo negli ultimi anni: dal 2023 a metà 2025 sono infatti nate 793.872 nuove imprese, a fronte di 677.131 aziende che hanno cessato la loro attività, con un saldo positivo di oltre 116 mila aziende.

È questa la principale evidenza che emerge dal report “Imprese in evoluzione: chi apre e chi chiude” di CRIBIS, realizzato partendo da dati di Infocamere e aggiornato a giugno 2025. Persistono però profonde diversità a seconda dei settori e dei territori esaminati.

Imprese in evoluzione

Quali sono i settori e le aree in cui nascono di più nuove imprese?

Se è vero che il trend generale è positivo, è vero anche che non mancano differenze territoriali e settoriali importanti. La Lombardia è la regione con il maggior tasso di nuove aperture (17,6%), seguita da Lazio (11,2%), Campania (9,7%) e Veneto (7,8%). Nonostante l’alto numero nel Nord Italia, il contributo complessivo del Mezzogiorno resta importante con il 31,6% di nuove imprese. Al Nord Ovest la percentuale scende al 27,7%, al Centro al 21,6% e al Nord Est al 19,1%.

Se si analizza la forma giuridica, la quasi totalità delle realtà neocostituite sono Imprese individuali (58,5%) e Società di capitali (34,5%).

Prendendo invece in esame i settori di appartenenza, il gruppo merceologico che ha registrato il maggior numero di nuove aziende è quello dei servizi commerciali, seguito da Installatori, Commercio al dettaglio di generi vari e Ristoranti e bar. Particolarmente brillante l’andamento di alcuni segmenti: gli alberghi hanno segnato un incremento del +18,3% nel 2024 rispetto al 2023, mentre gli investimenti finanziari hanno registrato un +17,2%.

Di contro, i settori con la maggiore contrazione nella crescita sono commercio al dettaglio di abbigliamento (-5,8%) e Trasporti e servizi merci su gomma (-6,7%).

 

I dati sulle cessazioni dal 2023

Sul fronte delle cessazioni, che considerano tutte le imprese la cui attività è stata ufficialmente chiusa e cancellata dal Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio sempre nel periodo 2023-giugno 2025), le realtà che hanno cessato la loro attività sono oltre 670 mila. Un dato che va letto sapendo che la maggior parte di queste chiusure non deriva da fallimenti, ma da decisioni volontarie, spesso collegate a pensionamenti, decessi dei titolari o processi di fusione e incorporazione. In molti casi si tratta, quindi, di un ricambio fisiologico.

La Lombardia guida anche la classifica delle regioni con il maggio tasso di chiusure (16,6%), seguita da Lazio (9,2%), Campania (9%), Veneto (8,5%). Negli altri territori non si raggiunge il 3%. Al Sud e Isole le imprese chiuse sono il 30,7%, contro il 28,1% del Nord Ovest, il 20,5% del Nord Est e il 20,8% del Centro.

Anche in questo caso, i settori più colpiti coincidono con quelli più dinamici: servizi commerciali (14,9%), installatori (10,8%) e commercio al dettaglio di generi vari (9,1%). Se si considera il solo 2024, però, l’incidenza più elevata rispetto al totale di aziende nel comparto si osserva per: industria manufatti in metallo (8,4%), autofficine, autonoleggi, leasing di automezzi (6,8%) e trasporti e servizi merci su gomma (6,5%).

Le imprese cessate sono in gran parte imprese individuali (69,4%), solo il 28,9% sono Società di capitali e ancora meno le società di persone (11%).

 

I dati sulle cessazioni di imprese di nuova costituzione

Tra i settori che registrano il maggior numero di cessazioni fra le imprese di nuova costituzione troviamo le agenzie assicurative (25,2%) e il commercio al dettaglio di generi vari (15,2%). Interessante inoltre notare come ben il 25,2% delle nuove aziende nate nel 2023 nel comparto delle agenzie assicurative e di servizi nel 2024 abbia interrotto la sua attività.

I dati confermano una certa fragilità delle imprese nei primi anni di attività: il 32,7% chiude entro i cinque anni, il 31,5% tra i sei e i quindici anni, mentre circa il 15% resiste oltre i trent’anni.

Le imprese più giovani cessano soprattutto nel Nord-Ovest (34,1%), mentre nel Nord Est si osserva una maggior quota di cessazioni di aziende con oltre 15 anni e nel Sud e Isole di aziende fra i 6 e i 15 anni (34%). Se consideriamo le aziende più longeve la maggiore incidenza di chiusura viene registrata a Nord Est (17,3%).

Servizi commerciali e installatori si distinguono per una quota significativa di aziende cessate di recente costituzione, mentre i settori edilizia e allevamento mostrano una prevalenza di aziende cessate con una lunga anzianità (oltre 15 anni di attività).

Nonostante il saldo positivo tra aperture e cessazioni, la sfida dei prossimi anni sarà favorire il consolidamento delle aziende, soprattutto quelle più giovani, con strumenti di sostegno, accesso al credito e programmi di crescita in grado di trasformare il dinamismo in stabilità di lungo periodo.

Lutrino Tiziana
L'AUTORE
Tiziana Lutrino

Business Intelligence Coordinator, CRIBIS

In CRIBIS dal 2009, ha maturato competenze avanzate in market analysis, direct marketing e lead generation. La sua esperienza include marketing strategy, market research e marketing communications, con un focus su data analysis, business analysis e reporting. Specializzata in analisi quantitativa e statistica dei dati, utilizza strumenti come SAS, SPSS, Microsoft CRM e Business Objects per supportare strategie di segmentazione, CRM e database management. Oggi si occupa di business intelligence, con particolare attenzione all’analisi dei dati, reporting e analisi di mercato; utilizza strumenti avanzati per ottimizzare i processi decisionali e supportare strategie di business basate sui dati.

Business Intelligence Coordinator, CRIBIS

In CRIBIS dal 2009, ha maturato competenze avanzate in market analysis, direct marketing e lead generation. La sua esperienza include marketing strategy, market research e marketing communications, con un focus su data analysis, business analysis e reporting. Specializzata in analisi quantitativa e statistica dei dati, utilizza strumenti come SAS, SPSS, Microsoft CRM e Business Objects per supportare strategie di segmentazione, CRM e database management. Oggi si occupa di business intelligence, con particolare attenzione all’analisi dei dati, reporting e analisi di mercato; utilizza strumenti avanzati per ottimizzare i processi decisionali e supportare strategie di business basate sui dati.

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