Sostenibilità

Cosa prevedono i 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti nell’Agenda 2030, e come sta andando in Italia?

Sost 3

Approfondiamo i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’Agenda 2030 e quali sono, finora, le performance e delle aziende italiane in merito.

La guerra in corso e gli effetti sul cambiamento climatico (dalla siccità allo scioglimento dei ghiacciai, passando da temperature record e acquazzoni disastrosi), dopo due anni di pandemia, ci ricordano quanto ancora c’è da fare affinché si possa davvero parlare di sviluppo sostenibile. Eppure, il percorso è segnato e le tappe per gettarne le basi ci sono grazie all’Agenda 2030 e i suoi 17 obiettivi da raggiungere.

Cosa prevede l’Agenda 2030 approvata dalle Nazioni Unite?

Il 25 settembre 2015 i governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite hanno approvato nell’Assemblea Generale dell’ONU l’Agenda 2030, un programma d’azione composto da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals o SDGs). Ogni obiettivo è scandito da target (169 in tutto) e strumenti di attuazione da raggiungere e adottare in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030.

Quando si parla di Agenda 2030 e di 17 SDGs si fa dunque riferimento una sfida globale che riguarda i governi delle nazioni aderenti all’ONU, ma anche le imprese (pubbliche e private) e i cittadini. Un impegno comune per costruire un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico.

 

Quali sono i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile?

I 17 Goal toccano ambiti diversi e tutti fondamentali per una crescita equilibrata, impossibile da ottenere senza lotta alla povertà o all‘ineguaglianza e attuata nel rispetto di diritti umani e dell’ambiente.

Questi i 17 SDGs previsti nell’Agenda 2030:

 

  • GOAL 1: SCONFIGGERE LA POVERTÁ. Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo.
  • GOAL 2: SCONFIGGERE LA FAME. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione, promuovere un’agricoltura sostenibile.
  • GOAL 3: SALUTE E BENESSERE. Assicurare la salute e il benessere per tutti e tutte le età.
  • GOAL 4: ISTRUZIONE DI QUALITÁ. Fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti.
  • GOAL 5: PARITÁ DI GENERE. Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze.
  • GOAL 6: ACQUA PULITA E SERVIZI IGIENICO-SANITARI. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie.
  • GOAL 7: ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE. Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni.
  • GOAL 8: LAVORO DIGNITOSO E CRESCITA ECONOMICA. Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva, un lavoro dignitoso per tutti.
  • GOAL 9: IMPRESE, INNOVAZIONE E INFRASTRUTTURE. Costruire Costruire una infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile.
  • GOAL 10: RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE. Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le Nazioni.
  • GOAL 11: CITTÁ E COMUNITÁ SOSTENIBILI. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.
  • GOAL 12: CONSUMO E PRODUZIONE RESPONSABILI. Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo.
  • GOAL 13: LOTTA CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO. Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze.
  • GOAL 14: VITA SOTT’ACQUA. Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile.
  • GOAL 15: VITA SULLA TERRA. Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, contrastare la desertificazione, arrestare il degrado del terreno, fermare la perdita della diversità biologica.
  • GOAL 16: PACE, GIUSTIZIA E ISTITUZIONI SOLIDE. Promuovere società pacifiche e più inclusive; offrire l’accesso alla giustizia per tutti e creare organismi efficienti, responsabili e inclusivi a tutti i livelli.
  • GOAL 17: PARTNERSHIP PER GLI OBIETTIVI. Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.

 

Qual è la situazione attuale italiana rispetto ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile?

Il Rapporto 2021 (su dati 2020) dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che analizza lo stato di avanzamento del nostro Paese rispetto all’attuazione dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030, mostra come il percorso italiano di avvicinamento ai 17 SDGs sia stato pesantemente compromesso dall’emergenza pandemica del 2020.

Secondo il Rapporto ASviS, infatti, tra il 2019 e il 2020 il nostro Paese ha registrato un miglioramento solo su tre obiettivi:

  • 7° obiettivo: sistema energetico
  • 13° obiettivo: lotta al cambiamento climatico
  • 16° obiettivo: giustizia e istituzioni solide

C’è stata una sostanziale stabilità su altri tre obiettivi: alimentazione e agricoltura sostenibile (Goal 2), acqua (Goal 6) e innovazione (Goal 9). 

Sono invece peggiorati in Italia gli indicatori relativi a nove obiettivi: povertà (Goal 1), salute (Goal 3), educazione (Goal 4), uguaglianza di genere (Goal 5), condizione economica e occupazionale (Goal 8), disuguaglianze (Goal 10), condizioni delle città (Goal 11), ecosistema terrestre (Goal 15) e cooperazione internazionale (Goal 17).

Per i Goal 12 e 14 non è stato tracciato l’andamento per mancanza di alcuni dati.

Se si guarda ai progressi compiuti dal 2010 al 2020, l’Italia migliora in cinque Goal: salute (Goal 3), uguaglianza di genere (Goal 5), sistema energetico (Goal 7), innovazione (Goal 9) e lotta al cambiamento climatico (Goal 13). Per cinque obiettivi, invece, la situazione peggiora: povertà (Goal 1), acqua (Goal 6), condizione economica e occupazionale (Goal 8), ecosistema terrestre (Goal 15) e cooperazione internazionale (Goal 17), mentre per i restanti obiettivi la situazione resta sostanzialmente invariata.

 

Le performance italiane sui 17 obiettivi rispetto alla media UE

E rispetto al resto dei Paesi Ue? Sempre in base ai dati del Report ASviS, l’Italia fa peggio della media Ue in 10 casi (Goal 1, 4, 5, 6, 8, 9, 10, 11, 16 e 17), è allineata in 3 (Goal 3, 13 e 15) e al di sopra in 3 (Goal 2, 7 e 12).

Dati che fanno pensare che il nostro Paese potrebbe non riuscire a conseguire gli Obiettivi dell’Agenda 2030 nei tempi concordati in sede Onu.

 

Un percorso in salita

Analizzata la situazione al 2020, viene spontaneo chiedersi come sarà andata nel 2021 e come il percorso potrebbe procedere nei prossimi anni.

Le 6 Missioni del PNRR riprendono nella sostanza gli obiettivi dell’Agenda 2030, riguardando:

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile
  • Istruzione e ricerca
  • Inclusione e coesione
  • Salute

Una prima considerazione, quindi, potrebbe essere che i fondi del PNRR contribuiranno a fare ulteriori passi avanti nel raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile.

Sfortunatamente però il conflitto in Ucraina, il rialzo dei prezzi (in particolare energetici e alimentari), il diffondersi di nuove varianti di Covid e la crisi politica in Italia sono un pesante freno che rallenteranno ulteriormente il percorso tracciato dall’Agenda 2030.

 

Marco Preti, CEO CRIBIS

Marco Preti
L'AUTORE
Marco Preti

CEO CRIBIS

Amministratore delegato di CRIBIS da più di dieci anni, dal 2020 è anche Direttore Generale della business unit CRIF dedicata alla Business Information & BPO e Amministratore Delegato di CRIBIS Credit Management.
Da diversi anni ricopre ruoli internazionali all’interno del Gruppo. È presidente del CdA CRIF per la Giordania, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti e fa parte del Consiglio di Amministrazione CRIF in Polonia e Bürgel. Inoltre, fa parte del Consiglio di Amministrazione della società di consulenza Credit Data Research Italia e di Workinvoice, la piattaforma specializzata nella cessione del credito per le PMI.

CEO CRIBIS

Amministratore delegato di CRIBIS da più di dieci anni, dal 2020 è anche Direttore Generale della business unit CRIF dedicata alla Business Information & BPO e Amministratore Delegato di CRIBIS Credit Management.
Da diversi anni ricopre ruoli internazionali all’interno del Gruppo. È presidente del CdA CRIF per la Giordania, la Turchia e gli Emirati Arabi Uniti e fa parte del Consiglio di Amministrazione CRIF in Polonia e Bürgel. Inoltre, fa parte del Consiglio di Amministrazione della società di consulenza Credit Data Research Italia e di Workinvoice, la piattaforma specializzata nella cessione del credito per le PMI.

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