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Gender Gap: poche donne ai vertici e con stipendi più bassi degli uomini

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Un’analisi del gender gap e del gender pay gap nel settore del lavoro, a livello italiano ed europeo.

In Italia la parità di genere sul lavoro continua a essere lontana. Lo dimostra il rapporto Gender Diversity Index of Women on Boards and in Corporate Leadership realizzato da Ewob (European Women on Boards) e Kantar Public, secondo il quale la percentuale di donne CEO è scesa nel 2021 al 3% (nel 2020 era il 4%), posizionando così il nostro Paese agli ultimi posti in Europa. Esempio virtuoso, al contrario, la Norvegia: con il 26% di donne che ricoprono posizioni lavorative apicali, il paese scandinavo si posiziona primo nella classifica europea.

Non solo: in Italia, la percentuale di donne che ricopre posizioni in livelli esecutivi è soltanto del 17%, contro, di nuovo, il 32% della Norvegia.

Lo stesso studio, che analizza le società presenti nello Stock 600 dell'UE, offre anche una panoramica più dettagliata sui dati relativi ai ruoli femminili in posizioni apicali, evidenziando più nello specifico il gender gap lavorativo europeo. Alcune percentuali:

 

  • 35%: percentuale di donne nei Cda
  • 30%: percentuale di donne in ruoli di leadership in generale
  • 19%: percentuale femminile nei livelli executive
  • 7%: percentuale di aziende europee guidate da CEO donne.

 

PARITÀ DI GENERE: LA CLASSIFICA EUROPEA

Secondo la classifica europea, i paesi più vicini alla parità di genere sono Norvegia, Francia e Regno Unito, con un Gdi attorno allo 0,7. L’Italia è allo 0,62, mentre in fondo alla classifica troviamo la Grecia con un Gdi dello 0,24. Il problema della rappresentanza femminile risulta dunque italiano quanto europeo.

 

GENDER GAP E COVID: AUMENTATO IL DIVARIO DI GENERE

Il Covid ha contribuito ad allargare ulteriormente il gender gap: anche senza un focus specifico sui livelli apicali, si registrano differenze di genere non trascurabili nel settore lavorativo in generale. Basti pensare, ad esempio, che in Italia, in base ai dati Inps sui nuovi contratti di lavoro attivati nel primo semestre 2021, la ripresa occupazionale del 2021 vede nuove assunzioni femminili solo al 39,6% del totale. Scendendo più nel dettaglio dei contratti lavorativi stipulati alle donne, inoltre, si sottolinea come:

 

  • il 60% di tali contratti alle donne sia precario;
  • il 49,6% di tutte le nuove assunzioni di donne sia part time;
  • solo nel 38% dei casi i contratti da tempo determinati mutati in contratti a tempo indeterminato riguardino donne.

 

Nonostante le donne rappresentino circa il 42% della forza lavoro, quindi, esse ricoprono solo un terzo delle posizioni a tempo indeterminato.

 

GENDER PAY GAP: LE DONNE GUADAGNANO MENO DEGLI UOMINI

Il gender gap si fa sentire anche a livello di salario. Secondo l'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica, la differenza nello stipendio netto mensile a cinque anni dal conseguimento della laurea magistrale è di oltre 500 euro tra uomini e donne, con una media di 1.969 euro per gli uomini e di 1.403 euro per le donne. In generale, a parità di mansioni, secondo quanto riportato dal Gender Gap Report 2021 di JobPricing, lo stipendio lordo annuo delle donne è inferiore dell’11,5% rispetto a quello degli uomini. Un gap salariale che, fra l’altro, cresce inspiegabilmente con l'aumentare del livello di istruzione raggiunto.

 

PNRR: UN IMPEGNO CONCRETO PER LA RIDUZIONE DEL GENDER GAP

Fortunatamente, un grande contributo per aiutare a ridurre le disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro arriverà dal PNRR, il quale prevede interventi per promuovere la parità di genere all’interno di tutte e sei le missioni del Piano. Gli interventi che mirano, in modo diretto o indiretto, alla riduzione del gender gap si stimano in circa 38,5 miliardi (20% del totale), fondi che si spera rendano il futuro più equo e inclusivo, anche perché il contributo femminile alla ripresa economica è e sarà fondamentale.

 

Massimiliano SolariDirettore Generale CRIBIS



Solari
L'AUTORE
Massimiliano Solari

Direttore Generale CRIBIS

Entra in CRIBIS nel 2014 come Direttore Commerciale e Marketing e, dal 2018, ricopre anche la funzione di Direttore Generale.
Da oltre trent’anni si occupa di vendite e marketing e, nella sua esperienza, ha gestito progetti e team di natura e dimensioni diverse, raggiungendo obiettivi ambiziosi grazie al lavoro di squadra portato avanti con i tanti professionisti con i quali ha lavorato.
In CRIBIS coordina e gestisce le attività della rete commerciale e del dipartimento di marketing, prestando sempre attenzione alle richieste e ai feedback del team, con l’obiettivo di raggiungere gli obiettivi condivisi nel massimo dell’efficienza. Inoltre, lavora a stretto contatto con il CEO nel management del business della società.

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Entra in CRIBIS nel 2014 come Direttore Commerciale e Marketing e, dal 2018, ricopre anche la funzione di Direttore Generale.
Da oltre trent’anni si occupa di vendite e marketing e, nella sua esperienza, ha gestito progetti e team di natura e dimensioni diverse, raggiungendo obiettivi ambiziosi grazie al lavoro di squadra portato avanti con i tanti professionisti con i quali ha lavorato.
In CRIBIS coordina e gestisce le attività della rete commerciale e del dipartimento di marketing, prestando sempre attenzione alle richieste e ai feedback del team, con l’obiettivo di raggiungere gli obiettivi condivisi nel massimo dell’efficienza. Inoltre, lavora a stretto contatto con il CEO nel management del business della società.

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