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Osservatori

Food & Beverage italiano: numeri, trend e sfide della filiera nel 2025

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In occasione della 3ª edizione degli “Stati Generali della Filiera Ho.Re.Ca.”, organizzati dall’Associazione dei Grossisti della distribuzione di prodotti alimentari e di bevande per il canale Ho.Re.Ca. (AGroDiPAB) a fine ottobre 2025, sono stati presentati i dati aggiornati sul comparto Food & Beverage italiano, elaborati attraverso la piattaforma di Sales Acceleration Margò di CRIBIS.

Un settore, quello F&B, che ha dimensioni imponenti a livello di giro d’affari, aziende coinvolte e addetti occupati. Non solo è un fiore all’occhiello del Paese ma anche una delle voci più importanti in ambito economico. Passiamo in rassegna le principali evidenze emerse.


Distribuzione geografica e forme giuridiche delle aziende F&B

Dal report CRIBIS risulta che le imprese coinvolte nel settore F&B sono circa 727.000, di cui 459.300 operanti nell’Ho.Re.Ca, 155.700 nel Commercio al dettaglio, 65.800 sono Industrie alimentari, 39.500 si occupano di Commercio all’ingrosso, 6.700 appartengono al mondo della grande distribuzione GD/DO.

A livello territoriale, il 40,4% delle aziende della filiera sono concentrate nel Sud e Isole, seguono il Nord Ovest con il 22,3%, il Centro con il 20,3% e il Nord Est con il 17,1%.

Se si prende in esame la forma giuridica, le Industrie alimentari sono costituite come Società di capitali nel 37,5% dei casi, come Impresa individuale nel 36,9% e come Società di persone nel 25,2%. Leggermente diversa la composizione nel canale Ho.Re.Ca, dove le Imprese individuali sono il 41,6%, le Società di capitali il 32,7% e le Società di persone il 25.2%. Nel Commercio all’ingrosso, invece, le Società di capitali sono ben il 58,3%, le imprese individuali il 26,4% e le Società di persone solo il 14,8%.


I dati su fatturato e dipendenti nel settore Food & Beverage

Come abbiamo detto, si tratta di un settore dall’importante peso economico, tant’è vero che il fatturato della filiera Food & Beverage italiana nel suo complesso è stimato in circa 107 miliardi di euro nel 2024.

Non mancano differenze nei diversi segmenti:

  • le Industrie alimentari possono contare su un fatturato di166,5 miliardi e occupano 359.000 addetti;
  • il Commercio all’ingrosso fattura 94,9 miliardi e i dipendenti sono 104.000;
  • nella GD/DO il fatturato è di 13,7 miliardi e i dipendenti sono 58 mila;
  • nel Commercio al dettaglio il fatturato è di 100,5 miliardi e i dipendenti sono 365 mila;
  • nell’Re.Ca il fatturato si attesta a 62,8 miliardi mentre sono 672 mila le persone impiegate.

A livello di giro d’affari, tuttavia, il confronto tra il 2023 e il 2024 evidenzia una flessione in tutti i comparti, con il calo più marcato in Ho.Re.Ca e GD/DO (rispettivamente -8,4% e -10,8%).

Una situazione che potrebbe migliorare se si puntasse maggiormente su internazionalizzazione, innovazione e digitalizzazione. Se si considerano lo score di internazionalizzazione, di innovazione e la digital attitude, si scopre infatti che il comparto Ho.Re.Ca e Commercio al dettaglio hanno tutti e tre i punteggi fra il basso e il medio-basso.


L’inclusività nel settore Food & Beverage è superiore alla media italiana

L’analisi del settore evidenza che il Food & Beverage si distingue per una buona inclusività, soprattutto  se paragonato al dato totale italiano:

  • L’imprenditoria femminile si attesta al 26,5% contro il 19% della media italiana.
  • L’imprenditoria giovanile, ovvero le attività guidate da under 40 o con un’alta rappresentanza di under 40 nei vertici, raggiunge quota 23%, contro il 18% il totale del Paese
  • L’imprenditoria straniera raggiunge quota 12,7% contro il 10,4% della media italiana. Si tratta delle aziende dove i non nati in Italia superano il 50% o sono amministratori, titolari o soci dell’impresa.


Il trend di aperture e chiusure nel settore

Il saldo tra aperture e chiusure nella filiera Food & Beverage resta positivo dal 2022 al 2024, con il numero di nuove imprese sempre superiori alle cessazioni. In particolare, nel 2024 le nuove imprese sono state 42.671, mentre le chiusure sono state 39.079: dati sostanzialmente in linea con gli anni precedenti. Interessante notare che oltre il 70% delle cessazioni riguarda imprese con meno di 15 anni di attività, segno di una maggiore vulnerabilità nelle fasi iniziali del ciclo di vita.

Prendendo in esame i diversi segmenti, nell’Ho.Re.Ca dal 2022 a giugno 2025 le nuove imprese hanno sempre superato le cessazioni. Non si può dire la stessa cosa per il Commercio all’ingrosso e al dettaglio, dove le cessazioni superano le nuove aperture. In particolare, il saldo nel Commercio all’ingrosso è stato di -116 nel 2022, -145 nel 2023, - 230 nel 2024, -319 nel primo semestre 2025. Ancora più rilevante il saldo negativo nel Commercio al dettaglio: -2073 nel 2022, - 2643 nel 2023, -2762 nel 2024, -1437 nel primo semestre 2025.


La puntualità nei pagamenti delle imprese F&B

Un dato emerso dall’indagine che è da tenere in debita considerazione è che il settore Ho.Re.Ca presenta una rischiosità più elevata rispetto alla media nazionale: solo il 3% delle imprese è a basso rischio, mentre il 16,2% rientra nella fascia ad alta rischiosità.

Venendo invece alle abitudini di pagamento, il settore risulta avere una minore percentuale di aziende che saldano a scadenza i propri debiti rispetto alla quota nazionale. In Italia, infatti, la puntualità totale si attesta al 43,6%; la percentuale scende al 31,4% delle Industrie alimentari, al 27,5% delle imprese che si occupano di Commercio all’ingrosso e Commercio al dettaglio, al 25,2% delle realtà dell’Ho.Re.Ca, al 24,1% del comparto GD/DO.

Considerando invece i ritardi gravi, ovvero quelli oltre i 90 giorni dalla scadenza, se la media nazionale è del 4,3%, l’incidenza è del 6,7% nell’ Ho.Re.Ca., del 5,5% nella GD/DO, del 4,7% nelle Imprese alimentati e del 4,2% nel Commercio all’ingrosso e nel Commercio al dettaglio.

Scendendo nello specifico delle diverse componenti che formano il comparto Ho.Re.Ca, se si considerano i dati al Q3 2025, gli Hotel registrano la quota più alta nei pagamenti alla scadenza (35,3%) e quella più bassa di ritardi oltre 90 giorni (2,8%).

Ristoranti e servizi di catering presentano invece la quota più alta di ritardi oltre 90 giorni (7,6%) e una puntualità del 23%. Infine, la percentuale di Bar, birrerie, paninoteche puntuali è del 24,3%, mentre i ritardi gravi sono il 7%.


Food & Beverage: un settore in evoluzione

I numeri confermano che la filiera Food & Beverage rappresenta un asset rilevante dell’economia italiana, un volano sia per il Made in Italy agroalimentare sia per l’occupazione. Nonostante ciò, la percentuale limitata di imprese a basso rischio e la forte presenza di ritardi nei pagamenti indicano una vulnerabilità nei margini e nella liquidità, specie per le realtà più giovani.

Il futuro della filiera potrà essere rafforzato attraverso misure come incentivi per la transizione verso modelli di business più sostenibili e digitalizzati, ma anche investimenti nella formazione e nel ricambio generazionale, oltre a una governance attenta a innovazione, liquidità e puntualità nei pagamenti.

In un momento dove i consumi fuori casa e le scelte di stile di vita sono in evoluzione, dotare il settore di strumenti e visione può davvero fare la differenza.

Lutrino Tiziana
L'AUTORE
Tiziana Lutrino

Business Intelligence Coordinator, CRIBIS

In CRIBIS dal 2009, ha maturato competenze avanzate in market analysis, direct marketing e lead generation. La sua esperienza include marketing strategy, market research e marketing communications, con un focus su data analysis, business analysis e reporting. Specializzata in analisi quantitativa e statistica dei dati, utilizza strumenti come SAS, SPSS, Microsoft CRM e Business Objects per supportare strategie di segmentazione, CRM e database management. Oggi si occupa di business intelligence, con particolare attenzione all’analisi dei dati, reporting e analisi di mercato; utilizza strumenti avanzati per ottimizzare i processi decisionali e supportare strategie di business basate sui dati.

Business Intelligence Coordinator, CRIBIS

In CRIBIS dal 2009, ha maturato competenze avanzate in market analysis, direct marketing e lead generation. La sua esperienza include marketing strategy, market research e marketing communications, con un focus su data analysis, business analysis e reporting. Specializzata in analisi quantitativa e statistica dei dati, utilizza strumenti come SAS, SPSS, Microsoft CRM e Business Objects per supportare strategie di segmentazione, CRM e database management. Oggi si occupa di business intelligence, con particolare attenzione all’analisi dei dati, reporting e analisi di mercato; utilizza strumenti avanzati per ottimizzare i processi decisionali e supportare strategie di business basate sui dati.

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