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Vendite online: quante sono le aziende italiane dotate di un sito con e-commerce?

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Scopri le caratteristiche delle aziende italiane che vendono online attraverso l’e-commerce: dimensione, forma giuridica, andamento economico e molto altro.

L’edizione 2024 dell’Osservatorio Netcomm, realizzato in collaborazione con CRIBIS, è stata l’occasione per mappare tutte le aziende italiane che sul loro sito hanno un e-commerce e un carrello associato, che, in base ai dati raccolti, sono 88 mila.

Quali sono le caratteristiche di queste realtà? Vediamo insieme dimensione, forma giuridica, andamento economico, presenza sul territorio e tutte le informazioni utili a realizzarne un preciso identikit.

 

La forma giuridica delle imprese italiane con e-commerce


Oltre la metà delle imprese italiane con e-commerce sono costituite sotto forma di Società di capitali (53,5%), mentre le Ditte individuali sono circa un terzo (31,4%), seguono a distanza le Società di persone (14,2%).

Proprio le Società di capitali sono quelle che generano la quasi totalità del fatturato del campione analizzato (95,7%), al contrario delle Società di persone che ne producono il 2,3% e delle Ditte individuali con l’1,9%.

Alla luce del peso sul giro d’affari totale, l’analisi si è concentrata proprio sulle Società di capitali (SDC) con e-commerce.

 


La dimensione e la distribuzione delle imprese italiane con e-commerce


Le SDC con e-commerce sono di recente costituzione o sono ormai consolidate nel tempo? Attraverso l’elaborazione dei dati contenuti nell’analisi di CRIBIS, emerge che in gran parte hanno dai 6 ai 10 anni o dagli 11 ai 25 anni, mentre è meno comune che abbiano meno di 2 anni o più di 50.

Nel dettaglio:

  • il 32,7% ha dai 6 ai 10 anni di vita
  • il 30,1% ha dagli 11 ai 25 anni
  • il 16,8% ha dai 3 ai 5 anni
  • il 15,7% ha dai 22 ai 50 anni
  • il 3% ha oltre 50 anni
  • il 2,5% ha meno di 2 anni

Quanto a dimensione, si tratta soprattutto di microimprese. In particolare:

  • il 72,1% è una microimpresa
  • il 21,3% è una piccola impresa
  • il 5% è una media impresa
  • l’1,5% è una grande impresa

Considerando, invece, la distribuzione geografica, le regioni con una maggiore presenza di realtà sono:

  • Lombardia (18,6%)
  • Lazio (12,1%)
  • Campania (12%)
  • Veneto (8,4%)
  • Emilia-Romagna (7,6%)

Le restanti regioni non raggiungono il 7%.

Mentre le tre province con più aziende con e-commerce sono:

  • Roma (9,8%)
  • Milano (9,7%)
  • Napoli (6,8%)

Le altre province italiane seguono con grande distacco, sotto il 3%.

 

Quali sono i settori più vocati all’e-commerce?


Non sorprende sapere che è il Commercio il settore dove sono più presenti aziende con e-commerce (50,9%), seguito da Servizi (24%) e Produzione (20,2%).

Mentre a livello di microsettori, quelli con una maggiore incidenza sono:

  • Industria delle Bevande (13,8%)
  • Attività Editoriali (12,8%)
  • Amministrazione pubblica e difesa/Assicurazione sociale obbligatoria (11,9%)
  • Industrie alimentari (9,6%)
  • Commercio al dettaglio (escluso quelli di autoveicoli e motoveicoli) (8,8%)
  • Fabbricazione prodotti chimici (8,6%)
  • Altre industrie manifatturiere (7,8%)
  • Confezione di articoli di abbigliamento/Confezione articoli in pelle e pelliccia (7,1%)
  • Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (5,7%)
  • Fabbricazione articoli in pelle e simili (5,6%)

Queste realtà hanno un forte presenza sui social, ben il 79,3% delle aziende analizzate ha, infatti, almeno un social network.

Fra i social, Facebook è quello più comune (90,8%), seguito da Instagram (76,2%), YouTube (21,1%), Linkedin (18,1%), Twitter (17,3%), Pinterest (6,5%), Whatsapp (4,3%), TikTok (2,9%), Tripadvisor (1,3%). Gli altri social non raggiungono l’1%.



E-commerce: i metodi di pagamento più diffusi

Il 21,2% delle aziende con un proprio sito e-commerce utilizza un solo metodo di pagamento, il 78,8% offre più modalità.

Nello specifico:

  • il 20,8% ha 2 metodi di pagamento
  • il 28% ne ha 3
  • il 30% ne ha almeno 4

Fra le aziende con un unico sistema di pagamento, le alternative offerte sono:

  • PayPal (47,7%)
  • Carta di credito (33,54%)
  • Bonifico bancario (10,37%)
  • Contrassegno (4,76%)
  • Klarna (1,65%)

Altre modalità non raggiungono l’1%.

PayPal è il sistema più utilizzato dalle Micro (49,66%) e Piccole (43,83%) imprese, mentre la Carta di credito è quello più comune nelle Medie (38,15%) e Grandi (47,37%).

Tra le aziende che offrono due alternative di pagamento, PayPal (71,87%) e Carta di Credito (72,23%) si confermano i sistemi più diffusi a cui si aggiunge il Bonifico bancario (38,5%). Per quanto riguarda le aziende che offrono tre modalità, Carta di Credito (91,66%) e PayPal (91,19%) restano in testa, segue il Bonifico Bancario (82,6%).



Digitalizzazione, innovazione e internazionalizzazione delle aziende con e-commerce

Il 49,2% delle realtà analizzate presenta un’alta Digital Attitude (dato medio nazionale 7,2% delle SDC totali), mentre il 21,8% presenta un’alta propensione all’innovazione (4,7% il dato medio nazionale).

Sul fronte degli interessi al di fuori del territorio nazionale, il 62,9% delle aziende con e-commerce ha uno score di internazionalizzazione basso o medio-basso (la media nazionale è di circa l’82,1%), mentre il 24,5% ha un livello di internazionalizzazione alto e medio alto (la media nazionale è del 9,7%).

 

Andamento economico, rischiosità e sostenibilità

La percentuale di aziende con e-commerce in utile è cresciuta di circa il 10% fra 2020 e 2022, in particolare nel 2020 le imprese in utile erano il 67,9%, nel 2021 il 79,4%, nel 2022 il 77,1%.

Non solo, il 68,3% ha avuto un aumento dei ricavi tra il 2022 e il 2021, mentre il 47,9% nello stesso periodo ha registrato un incremento dell’Ebitda. Da notare però la crescita ha interessato meno aziende rispetto al periodo 2021/2020, dove le percentuali erano del 78,7% per i ricavi e 51,2% per l’Ebitda.

Andando a indagare il profilo di rischio, rispetto alla media delle SDC italiane, le aziende con e-commerce mostrano una minore presenza di realtà con rischiosità elevata (17,3% vs 21,2%), mentre la rischiosità è bassa nel 17,7% dei casi, contro il 19% della media italiana delle SDC. Il 40,4% ha poi una rischiosità nella media (dato superiore al 36,5% delle SDC totali).

Ma queste imprese sono anche sostenibili? Il 21,6% presenta un buon livello di sostenibilità, ottimo nel 3% dei casi, anche se la maggior parte delle aziende con e-commerce si posiziona a un livello intermedio di sostenibilità e in linea con la media nazionale.



Previsioni e tendenze future per le aziende con e-commerce

Con 186 milioni di pacchi spediti nel primo trimestre del 2024 (+13,5% rispetto al 2023) e ben 33,7 milioni consumatori digitali in Italia, le previsioni di Netcomm stimano che l’e-commerce B2C di prodotto in Italia raggiungerà quota 38,6 miliardi di euro nel 2024 (+6%) e che il mercato online rispetto al totale degli acquisti retail nel 2024 resterà stabile all’11%.

Le prospettive sono dunque positive, pur con qualche differenza da settore a settore, e con incrementi meno forti rispetto al passato. A prova del fatto che dopo il boom del periodo pandemico, ora gli acquisti online si stanno stabilizzando.

Quel che è certo è che oggi l’e-commerce rappresenta una grande opportunità per le imprese, che attraverso questo strumento possono raggiungere un pubblico più ampio e abbattere i limiti territoriali. Del resto, è bene tenere a mente che lo shopping online è ormai diventata un’abitudine per molti italiani e non si tratta certo di una moda passeggera.

Le aziende che ne capiscono e sfruttano le potenzialità possono contare su un importante vantaggio competitivo.

Niccolò Zuffetti Def
L'AUTORE
Niccolò Zuffetti

Marketing Manager, Cribis

Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.

Marketing Manager, Cribis

Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.

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