Internazionalizzazione
Le aziende dimostrano fiducia e ottimismo nei confronti dell’andamento dell’economia globale
Scopri il report “Global Business Optimism Insights” di Dun & Bradstreet sul grado di ottimismo e di fiducia delle imprese rispetto all'andamento dell'economia globale.
Dopo anni complicati come quelli post-pandemia, come è cambiata la fiducia delle aziende nei confronti dell’economia globale? Per rispondere, Dun & Bradstreet realizza un report trimestrale dal titolo “Global Business Optimism Insights” (GBOI) che va proprio a testare il livello di ottimismo delle imprese.
Quel che è emerso nell’indagine di settembre 2023 è che le imprese dimostrano un ritrovato ottimismo nei confronti dell’economia globale. Un ottimismo che, però, deve ora fare i conti con le crescenti tensioni fra Israele e Hamas.
Va dunque tenuto in considerazione che l’analisi si ferma al mese precedente lo scoppio del conflitto in Palestina, quando il contesto economico globale nella prima metà del 2023 mostrava segnali di crescita superiori alle aspettative, l’inflazione registrava una battuta d’arresto e si iniziava a vedere la fine del ciclo di rialzi dei tassi di interesse da parte delle principali banche centrali.
GBOI: Come viene calcolata la fiducia delle imprese?
Nel report Dun & Bradstreet vengono presi in esame cinque diversi fattori:
- l’ottimismo aziendale globale, espresso attraverso il Global Business Optimism Index e che considera tutti gli aspetti indagati;
- la continuità della catena di fornitura, che si traduce nel Global Business Supply Chain Continuity Index;
- la fiducia finanziaria delle imprese, indicata dal Global Business Financial Confidence Index);
- la fiducia negli investimenti, misurata dal Global Business Investment Confidence Index;
- l’attenzione ai criteri ESG, indicata dal Global Business ESG Index.
I primi quattro indici riguardano le aspettative aziendali per il trimestre successivo (nel caso specifico viene indagato il quarto trimestre del 2023), mentre l’indice ESG prende in considerazione il sentiment sui principali fattori ESG relativo al trimestre preso in esame (in questo caso il terzo dell’anno, da luglio a settembre 2023).
I valori degli indici vanno da 0 a 100, sopra 50 significa che c’è un miglioramento nella fiducia, sotto un peggioramento. L’analisi è condotta su un campione di circa 10.000 imprese, con sede in 32 Paesi diversi, operanti in 17 settori differenti e aventi differenti dimensioni aziendali.
Il livello di ottimismo delle aziende nel mondo: l’Italia al di sotto della media
I risultati del sondaggio suggeriscono che le imprese guardano al quarto trimestre del 2023 con un buon livello di fiducia e ottimismo nei confronti della solidità dell’economia globale.
I Paesi emergenti sono quelli che dimostrano un maggior livello di ottimismo (57,9), mentre nei Paesi avanzati (52,1) una crescita contenuta mantiene cauta la fiducia delle aziende, in particolare nel Regno Unito, in Germania e in Italia, dove i livelli di ottimismo risultano essere poco sotto la media delle economie avanzate.
Le imprese di Norvegia (47,6), Canada (48,4) e Francia (48,6) sono quelle con una visione meno positiva del quarto trimestre 2023, mentre le aziende in Messico (63,3), Giappone (62) e India (58,6) sono fra le più fiduciose.
L'aumento dell'ottimismo è riscontrabile nelle imprese di tutte le dimensioni, anche se sono le imprese di medie dimensioni a dimostrare una fiducia più alta e in rapida crescita (+2,5%).
A livello settoriale, le imprese del comparto minerario hanno registrato incrementi nella fiducia più consistenti, con un balzo dell’ottimismo (+6,9%), da 51,5 nel terzo trimestre 2023 a 55 nel quarto trimestre del 2023, mentre le aziende attive nella produzione di tessuti, legno, carta e pelle ha riportato il calo più marcato (-2%), da 53,1 nel terzo trimestre del 2023 a 52 nel quarto trimestre del 2023.
Previsioni positive per il rallentamento dell’inflazione e del rialzo dei tassi
Da cosa è determinata questa rinnovata fiducia delle imprese? In linea generale il rallentamento dell’inflazione ha avuto un impatto importante, anche se, a fronte di un aumento dell’ottimismo in merito ai prezzi di beni e servizi, il rincaro delle materie prime è uno degli aspetti che più pesa sulla fiducia.
Una questione, quella del costo delle materie prime, che preoccupa in particolare le imprese delle economie emergenti. Del resto, sono proprio questi Paesi a essere i più colpiti dai rincari di prodotti, come petrolio, gas naturale, ma anche cereali.
Considerando gli scambi commerciali internazionali, tra le economie avanzate, Svizzera, Giappone e Sud Corea sono le più fiduciose di poter incrementare le esportazioni. Di contro Canada, Germania e Regno Unito sono le più pessimiste sull’export.
Quanto ai profitti, le aziende giapponesi sono le più convinte di essere in grado di mantenere o migliorare la loro redditività nel prossimo trimestre, mentre quelle del Regno Unito sono poco confidenti di poter ottenere gli stessi risultati o di incrementare i profitti.
La fiducia delle imprese su rifornimenti, finanziamenti, investimenti e sostenibilità
Dopo uno sguardo generale sull’ottimismo e le motivazioni alla base della fiducia delle aziende, andiamo a vedere in modo sintetico cosa le imprese pensano sulla continuità dei rifornimenti, sulla capacità di far fronte ai loro impegni finanziari, sulla possibilità di fare investimenti e sull’attenzione dimostrata ai fattori ESG.
In merito al primo aspetto citato, il Global Business Supply Chain Continuity Index (che misura la fiducia nella continuità della catena di fornitura aziendale) è aumentato dell’1,1%.
Tuttavia, le sfide dovute alle tensioni geopolitiche, alle vertenze sindacali e a possibili disagi negli scambi commerciali mantengono alto il rischio di interruzioni della supply chain.
Passando al Global Business Financial Confidence Index, emerge che è cresciuta (+4,2%) la fiducia delle imprese di far fronte ai loro impegni finanziari, anche in presenza di condizioni più restrittive.
Un ottimismo alimentato, fra l’altro, dal fatto che i fallimenti aziendali restano contenuti pur di fronte a una stretta monetaria senza precedenti, come quella che si è registrata nell’ultimo anno e mezzo. Proprio in considerazione delle politiche monetarie delle banche centrali, fra le imprese è sempre più diffusa la convinzione che il ciclo dei rialzi dei tassi di interesse abbia raggiunto il suo picco.
Il Global Business Investment Confidence Index è invece diminuito dello 0,6% nel quarto trimestre del 2023, rispetto a con il terzo trimestre del 2023. Una riduzione in parte giustificata dal fatto che un buon numero di aziende presentano in magazzino stock di prodotti invenduti o inutilizzati.
Quanto invece al Global Business ESG Index, l’attenzione sul fronte ESG è scesa del 4,7% nel terzo trimestre del 2023 % rispetto al trimestre precedente. Il motivo sta nel cambiamento delle priorità delle imprese impegnate nel mantenere il delicato equilibrio tra i loro obblighi finanziari a breve termine e gli impegni verso la sostenibilità.
La fiducia delle aziende messa alla prova dal conflitto in Palestina
Prima che scoppiasse il conflitto tra Israele e Hamas, l’economia globale aveva mostrato un notevole grado di resilienza, nonostante una politica monetaria restrittiva prolungata e decisa.
Ora il conflitto in Medio Oriente rappresenta un ulteriore shock con cui fare i conti e c’è da aspettarsi un impatto sul sentiment generale delle imprese, che diventerà più chiaro nei prossimi mesi.
Per adesso non possiamo che cogliere positivamente questa fiducia diffusa fra le aziende e augurarci che prosegua nel tempo. Perché è l’ottimismo verso il futuro che spinge le imprese a continuare a investire e restare competitive.
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L'AUTORE
Niccolò Zuffetti
Marketing Manager, Cribis
Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.
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Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.
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