Supply Chain Compliance
Come costruire un approccio integrato alla gestione dei rischi della supply chain

I rischi legati alla supply chain sono variegati e vanno dal rispetto degli standard ESG alla cybersicurezza. Scopri come prevenirli e affrontarli
I rischi legati alla supply chain sono variegati e spesso si avverano contemporaneamente. Una catena di fornitura interrotta da un’alluvione, un attacco informatico che blocca i sistemi di un partner strategico, una nuova regolamentazione che impone controlli più severi o ancora un improvviso default finanziario di un fornitore chiave, sono tutti tasselli di un puzzle complesso e interconnesso che può mettere a dura prova la continuità del business.
Ecco perché mappare l’intera filiera e gestirne i potenziali rischi è una priorità per le aziende. Ma come attivare un risk management efficace nell’era dei multi-rischi? Per rispondere a questa domanda iniziamo con il comprendere quali sono i principali rischi correlati alle controparti lungo la filiera che un’impresa si trova a dover fronteggiare.
Rischi di filiera: categorie e come affrontarli
I rischi legati alle controparti che le aziende si trovano ad affrontare, anche contemporaneamente, sono riconducibili a cinque macrocategorie. Vediamo insieme quali sono e come mitigarli.
Come mitigare e affrontare i rischi finanziari?
I fattori che incidono sul rischio finanziario sono molteplici. Al primo posto vi è la solvibilità: un fornitore in difficoltà economiche difficilmente sarà in grado di rispettare gli impegni contrattuali, generando criticità operative. L’accesso al credito è un aspetto altrettanto importante: aziende che non riescono a ottenere finanziamenti rischiano di non sostenere la produzione o di non rispettare le scadenze contrattuali. A ciò si aggiungono le variabili macroeconomiche: inflazione, oscillazioni valutarie e crisi sistemiche possono modificare i costi delle materie prime e minare la competitività sul mercato.
Per mitigare questo tipo di rischio, le imprese hanno a disposizione diverse possibilità. La prima è la diversificazione dei fornitori, che consente di ridurre la dipendenza da un unico attore e di distribuire meglio l’esposizione. Fondamentale è anche il controllo periodico della salute finanziaria dei partner, che permette di intercettare in anticipo eventuali segnali di vulnerabilità.
I contratti possono fungere da ulteriore strumento di tutela se corredati da clausole di sicurezza, garanzie e penali in caso di inadempienze. Accanto a ciò, le aziende possono ricorrere a coperture assicurative e strumenti finanziari dedicati, capaci di limitare l’impatto di crisi improvvise. Infine, non può mancare la predisposizione di piani di emergenza strutturati, indispensabili per garantire la continuità operativa in scenari di instabilità.
Rischi di compliance: come proteggere l’operatività e la reputazione aziendale
Il rischio di compliance è particolarmente rilevante per le imprese che operano in settori regolamentati o con catene di fornitura complesse. Garantire la conformità normativa non significa solo rispettare la legge, ma anche preservare stabilità operativa, credibilità e reputazione: una violazione può tradursi in sanzioni onerose, perdite finanziarie e danni reputazionali difficili da recuperare.
Le aziende devono allinearsi a normative locali e internazionali, in continua evoluzione, e monitorare costantemente i quadri legislativi per evitare di trovarsi improvvisamente non a norma.
La trasparenza della governance aziendale è essenziale: identificare l’Ultimate Beneficial Owner (UBO) aiuta a prevenire il riciclaggio e a scongiurare conflitti di interesse. Anche i legami con soggetti coinvolti in attività opache possono amplificare il rischio, perciò è importante estendere le verifiche ai soggetti fisici e giuridici collegati.
Ridurre il rischio di compliance, in ultima analisi, richiede una strategia multilivello: monitoraggio continuo delle normative e dei partner, due diligence preventiva sui fornitori e automazione dei processi di compliance tramite software dedicati. Audit periodici sulla supply chain consentono di individuare e correggere vulnerabilità, rafforzando la resilienza del sistema.
Non meno importante è l’elemento culturale: la formazione interna diffonde consapevolezza tra i dipendenti, prevenendo violazioni involontarie e rafforzando l’integrità aziendale.
Sostenibilità ambientale e sociale: come affrontare i rischi ESG?
Il tema ESG è ormai centrale nella gestione delle catene di fornitura globali. Trascurare gli standard di sostenibilità espone a rischi concreti: sanzioni regolatorie, perdita di investitori, calo della fiducia dei consumatori e danni reputazionali.
L’impatto ambientale riguarda la riduzione delle emissioni di CO₂, la gestione dei rifiuti e l’adozione di processi produttivi sostenibili. La mancata conformità, anche da parte di un singolo fornitore, può compromettere l’immagine dell’intera filiera e generare conseguenze legali e reputazionali.
Gli standard ESG non riguardano solo la sostenibilità ambientale ma anche sociale, che implica garantire condizioni di lavoro eque, rispettare i diritti umani ed evitare fenomeni di sfruttamento: collaborazioni con fornitori che non rispettano questi principi espongono le aziende a boicottaggi e danni reputazionali.
La governance, infine, richiede trasparenza gestionale, rispetto delle normative e strutture di controllo solide per assicurare affidabilità e attrarre capitali. Ridurre il rischio ESG richiede una valutazione sistematica dei fornitori, monitorando l’impatto ambientale e sociale dei partner. La trasparenza nella rendicontazione, tramite report dettagliati sulle performance ESG, rafforza la fiducia di investitori e clienti.
Prevenire i rischi fisici per mitigare le interruzioni della supply chain
Il rischio fisico nella supply chain rappresenta una minaccia tangibile per la continuità operativa. Eventi naturali o geologici possono danneggiare infrastrutture produttive e logistiche, generando ritardi, interruzioni delle forniture e aumenti dei costi. Quando a essere colpiti sono stabilimenti, magazzini o centri di distribuzione, le difficoltà si amplificano e il ripristino diventa più complesso. La gestione del rischio fisico richiede quindi strategie di prevenzione ed emergenza che coprano l’intera rete aziendale.
Le condizioni ambientali estreme possono compromettere impianti e vie di trasporto, con effetti immediati sulla supply chain, con possibili interruzioni della catena. La dipendenza da infrastrutture strategiche, come porti o rotte commerciali, può bloccare flussi logistici e aumentare i costi. Anche la gestione delle materie prime è critica: eventi climatici o tensioni geopolitiche che riducono la disponibilità di risorse essenziali possono compromettere interi cicli produttivi.
Per ridurre l’impatto di queste minacce, le aziende devono puntare sulla resilienza operativa, diversificando fornitori e aree geografiche, definendo piani di emergenza e continuità operativa e adottando strumenti di analisi predittiva per anticipare minacce ambientali o geopolitiche.
Rischio informatico: lavorare sulla cybersicurezza in azienda
Il rischio informatico è una delle minacce più pervasive per le imprese globali. Un singolo incidente di sicurezza può avere un effetto domino devastante, compromettendo anni di investimenti.
La vulnerabilità dei sistemi, dovuta a software obsoleti o infrastrutture non aggiornate, espone le aziende a cyberattacchi che possono interrompere servizi vitali o causare furto di dati. L’uso del cloud aumenta l’esposizione: gestire dati sensibili su piattaforme esterne richiede standard di protezione elevati per prevenire accessi non autorizzati.
Per mitigare il cyber risk, le imprese devono adottare un approccio strategico e dinamico, aggiornando costantemente i sistemi, monitorando in tempo reale le attività sospette e implementando sistemi di backup e ripristino.
La formazione del personale e la collaborazione con partner affidabili sono essenziali per ridurre il rischio informatico e tutelare le informazioni sensibili.
Risk management di filiera: l’importanza di un approccio integrato
Una gestione efficace nasce dalla consapevolezza che i rischi non si presentano isolati, ma tendono a sovrapporsi. La vera sfida, oggi, è avere un approccio integrato e multidimensionale al rischio. Questo richiede non solo strumenti di monitoraggio e analisi, ma anche un cambiamento organizzativo basato su una collaborazione più stretta tra funzioni aziendali diverse, dialogo costante con i fornitori e apertura a modelli predittivi.
Il risultato? Non l’eliminazione dei rischi, impossibile in un contesto globale così complesso, ma la capacità di affrontarli come parte integrante della normale gestione aziendale, riducendone gli impatti.
Valuta i rischi legati a fornitori e terze parti con un approccio multidimensionale

L'AUTORE
Michele Colombo
Product Marketing & GTM Manager, CRIBIS
Ha lavorato per oltre 20 anni nel marketing del gruppo CRIF, coordinando progetti di comunicazione, product marketing, business intelligence e sales acceleration. Oggi è responsabile del product marketing e delle strategie di commercializzazione di CRIBIS.
Product Marketing & GTM Manager, CRIBIS
Ha lavorato per oltre 20 anni nel marketing del gruppo CRIF, coordinando progetti di comunicazione, product marketing, business intelligence e sales acceleration. Oggi è responsabile del product marketing e delle strategie di commercializzazione di CRIBIS.
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