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Crisi d’impresa: nel 2023 le insolvenze aziendali hanno raggiunto il livello più alto da oltre 10 anni

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Scopri tutti i dati del Global Bankruptcy Report 2024 di Dun&Bradstreet relativo alle insolvenze e ai fallimenti delle aziende in Italia e nel mondo.

Dal 2021, nei 45 Paesi che rappresentano quasi il 90% del PIL globale si è registrata, in media, una crescita di circa il 12% all’anno delle imprese costrette alla chiusura. Non solo, nel 2023 le bancarotte hanno raggiunto il livello più alto da oltre 10 anni. È quanto emerge dal Global Bankruptcy Report 2024 di Dun&Bradstreet.

Nonostante questo scenario, permane a livello mondiale un cauto ottimismo per il 2024. L’inflazione si presume che continuerà a scendere e i tassi di interesse verranno corretti di conseguenza al ribasso. L’economia globale ha, inoltre, iniziato l’anno in modo migliore rispetto a quanto previsto un anno fa.

 

L’andamento delle liquidazioni aziendali nel mondo

Come anticipato, si sta assistendo a un aumento delle bancarotte in buona parte dei Paesi del mondo. Nello specifico, nel corso del 2023, poco più della metà delle 45 nazioni monitorate da Dun&Bradstreet ha registrato un incremento delle liquidazioni.

Circa 14 Paesi hanno registrato tassi di fallimento nel 2023 superiori ai livelli pre-pandemia, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Canada. Mentre 20 Paesi hanno segnalato un aumento delle chiusure aziendali superiore al 10% anno su anno, in continuazione con la tendenza osservata nel 2022.

A livello globale, i fallimenti sono aumentati del 12,5% nel 2023, contro un aumento dell’11,6% nel 2022. I maggiori incrementi (oltre il 50%) si sono avuti negli Stati Uniti (79%), Canada (70%), Polonia (56%), India e Paesi Bassi (53%).

Decisamente meno numerosi gli Stati dove le liquidazioni sono diminuite. Le riduzioni più consistenti si sono verificate in Croazia (-35%), Bielorussia (-29%), Italia (-23%) e Argentina (20%).

Le cause delle crisi d’impresa e le previsioni per il 2024

I principali fattori che hanno causato l’aumento delle crisi aziendali e dei fallimenti sono:

  • L’aumento dei tassi di interesse
  • I rincari delle materie prime
  • Il rallentamento dell’economia globale

Tutti fattori che hanno avuto come conseguenza la diminuzione delle riserve di cassa, il peggioramento dei termini di pagamento e l’incremento delle insolvenze.

Fortunatamente l’economia mondiale ha iniziato il 2024 meglio delle previsioni e le probabilità di un cosiddetto “atterraggio morbido”, con un’inflazione in calo senza andare incontro a una recessione significativa sono aumentate.

Per questo motivo le previsioni sono per buona parte dei Paesi di crescita, più debole che in passato, ma pur sempre una crescita. Dove invece si verificheranno delle flessioni, si prevede che saranno tutto sommato lievi.

Resta il fatto che il protrarsi di questa debolezza potrebbe mettere a dura prova le imprese e potrebbe provocare un ulteriore aumento delle insolvenze aziendali nei prossimi anni.  

Quanto alla diminuzione dei tassi e dell’inflazione, ci vorrà del tempo prima che se ne coglieranno gli effetti positivi e non è da escludersi che la politica monetaria rimarrà comunque cauta per un periodo prolungato. La gestione dei flussi di cassa per le imprese particolarmente in difficoltà resterà dunque critica. A questo si aggiunge l’elevato livello di rischio geopolitico che grava sulle spalle delle aziende per via delle possibili interruzioni delle catene di approvvigionamento e della volatilità dei mercati finanziari ed energetici.

 

Liquidazioni aziendali in Italia e sfide del futuro

In Italia le liquidazioni giudiziali, dopo un calo del 21% anno su anno, nel 2022 hanno registrato un incremento dell'1,5% a/a durante i primi nove mesi del 2023, arrivando a quota 5.468.

 

Nel nostro Paese le misure di sostegno per migliorare la liquidità delle imprese nel periodo pandemico e subito dopo hanno svolto un ruolo cruciale, mitigando l’ondata di insolvenze. Tuttavia, l’interruzione di alcune politiche di welfare statali, come il Superbonus, e una politica monetaria più restrittiva potrebbero portare a un aumento significativo delle insolvenze nel 2024. A essere particolarmente colpiti saranno, soprattutto, il settore delle costruzioni e tutte le attività collegate al mondo dell’edilizia.

Sebbene molte delle nostre aziende siano riuscite a preservare i flussi di cassa dopo la pandemia, la riduzione dei margini di profitto e condizioni di finanziamento più rigorose, stanno facendo sentire il loro effetto sulle imprese che si ritrovano ora a dover fare i conti con livelli di debito elevati che, in un mercato con tassi di interesse più alti, rappresentano una criticità tutt’altro che trascurabile.

 

L’importanza di avere informazioni affidabili

Nelle condizioni economiche complesse come quelle attuali, un’adeguata gestione del portafoglio clienti, della liquidità, dei rischi e dei crediti risulta essere fondamentale per preservare la propria solvibilità. Ecco perché nell’economia globale in continua evoluzione di oggi l’accesso a informazioni affidabili è più importante che mai per prendere decisioni ben informate.

In tempi di incertezza, i dati possono davvero fare la differenza.

 

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Niccolò Zuffetti Def
L'AUTORE
Niccolò Zuffetti

Marketing Manager, Cribis

Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.

Marketing Manager, Cribis

Marketing Manager di CRIBIS, sin dall’inizio della carriera professionale si è dedicato al coordinamento di progetti di supporto decisionale per la valutazione del merito creditizio, gestione della clientela e ampliamento del business per grandi aziende italiane e per il mercato B2B. Oggi coordina le attività di Marketing e Telemarketing.

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