Sostenibilità

Sustainalytics ESG risk score: migliora la gestione dei rischi ESG da parte delle imprese italiane

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Scopri i dati del Sustainalytics ESG Risk Score, l'indicatore della capacità da parte delle imprese italiane di gestire i rischi legati ai temi ESG.

Stando al rapporto “Principali tendenze in tema di investimenti sostenibili e criptoattività” realizzato per Consob, se si considera l’andamento da dicembre 2019 allo stesso mese del 2022 del Sustainalytics ESG risk score, emerge una maggiore capacità delle imprese italiane (e dell’intera eurozona), di gestire i rischi ESG.

 

L’andamento del Sustainalytics ESG risk score

Il Sustainalytics ESG risk score, indicatore che misura sinteticamente l’esposizione delle società a fattori di rischio ESG (come i cambiamenti climatici, la transizione green, le condizioni lavorative, il livello di inclusione sociale, la trasparenza nella governance, le politiche di remunerazione del management) presenta infatti un trend decrescente da fine 2019 a fine 2022.

Non solo, l’indice mostra una certa stabilità nel 2023, confermando un tendenziale aumento della capacità delle imprese nel gestire i cosiddetti sustainability-related risks, ovvero quei rischi derivanti da fattori riconducibili a problematiche ambientali, sociali e di governance in grado di impattare sulle performance aziendali.

 

Quali sono i settori più esposti ai rischi ESG?


Considerando i diversi settori, secondo il rapporto degli analisti di Consob le aziende dell’area euro con un’esposizione media ai fattori di rischio ESG più alta sono le utilities e le società che producono energia rispetto a quelle operanti sul settore manifatturiero o nel comparto finanziario.

In Italia, fermo restando che gli ESG risk score sono in linea con il resto dell’eurozona, l’esposizione ai fattori di rischio del comparto finanziario è in media più elevata rispetto al settore corporate.

Correlazione fra ESG risk score e ESG rating


Lo studio include un’analisi sulle società quotate in Italia finalizzato a verificare se l’ESG risk score e l’ESG rating di Refinitiv (misura della performance ESG delle società calcolato dall’azienda Refinitiv, fornitore globale di dati e score sul mercato finanziario) siano correlati con alcune delle principali caratteristiche delle imprese (come performance, volatilità, liquidità, leverage finanziario, price on earnings o capitalizzazione).

Dall’indagine emerge che il gruppo di imprese con score di sostenibilità più elevato si differenzia da quello con basso ESG rating solo per la dimensione e la liquidità. Le società con ESG rating alti sono dunque accumunate da una maggiore liquidità e capitalizzazione.

 

I criteri ESG nelle PMI italiane


I dati della ricerca sono un’ulteriore prova del fatto che le imprese di medie-grandi dimensioni oggi sono le realtà più avanti e con maggiori possibilità di adeguamento alla transizione green. Il percorso verso la sostenibilità delle PMI risulta invece essere più complicato, ma inevitabile.

Oggi i consumatori e gli investitori sono sempre più attenti alla sostenibilità e si aspettano che i brand facciano altrettanto. Dall’inclusione al rispetto per l’ambiente, dalla sicurezza sul lavoro alla compliance, gli stakeholder sono pronti ad abbandonare aziende che non prendano posizione e si attivino per un futuro più sostenibile.

Un’attenzione, quella sui temi ambientali e sulla sostenibilità in tutte le sue sfaccettature, che si è amplificata negli ultimi anni. Per questo le imprese, anche le più piccole, non possono fare a meno di tenere in debita considerazione questa nuova e crescente sensibilità verso i temi ambientali operando delle scelte aziendali in linea.

Luca Greco
L'AUTORE
Luca Greco

Sales Innovation Director, Cribis

Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.

Sales Innovation Director, Cribis

Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.

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