Supply Chain Compliance

Quali sono i principali rischi connessi alla supply chain e come affrontarli

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La catena di approvvigionamento gioca un ruolo cruciale per la continuità del business, ma è soggetta a potenziali rischi. Scopri quali e come affrontarli!

Negli ultimi anni è diventato sempre più evidente quanto la continuità delle catene di approvvigionamento giochi un ruolo fondamentale nella vita di un’azienda e dei consumatori. In un contesto economico e sociale in continua evoluzione, questa continuità può essere facilmente messa alla prova da fattori imprevisti e dinamiche complesse.

Eventi straordinari, cambiamenti normativi, instabilità dei mercati possono infatti comportare interruzioni e mal funzionamenti in quell’articolato microcosmo che è la supply chain, con inevitabili ripercussioni in una società iperconnessa e globalizzata come quella in cui viviamo. Del resto, ogni azienda non può essere considerata come una realtà a sé stante ma è parte di un ecosistema in cui ogni elemento, dal reperimento delle materie prime alla produzione e consegna del prodotto finito, è strategicamente indispensabile. Basta che un solo ingranaggio sia compromesso per creare disagi lungo tutta la filiera.

Viene dunque spontaneo chiedersi quali siano i rischi che pesano sulla continuità della supply chain e come affrontarli. Un tema estremamente attuale e complesso che inizieremo ad affrontare facendo una prima distinzione:

  • rischi esterni alla supply chain
  • rischi interni alla supply chain

 

 

Quali sono i rischi esterni che possono minacciare la supply chain?

Rientrano in questa categoria le minacce che arrivano da terze parti ed eventi esterni all’azienda. I più comuni rischi esterni che possono costituire una minaccia per il corretto funzionamento della supply chain sono:

  • Rischio di fornitura, legato all’impossibilità di reperire le materie prime utili alla realizzazione di prodotti finiti e che può essere determinato da disordini politici o economici, ma anche, come abbiamo visto, da pandemie globali e conflitti internazionali;
  • Rischi ambientali, si pensi a eventi climatici drammatici come terremoti e inondazioni di entità tali da compromettere il normale funzionamento della catena di approvvigionamento;
  • Rischi informatici, in un mondo sempre più digitale e connesso il cyber-crime sta diventando sempre più frequente e complesso da contrastare;
  • Rischi logistici, in cui rientrano problemi di navigazione, scioperi e criticità nel trasporto marittimo, via aria o terra e chiusure di rotte strategiche;
  • Rischio di domanda, quando la domanda di un certo prodotto è tale da non riuscire a essere soddisfatta dall’offerta;
  • Rischi organizzativi, relativi a imprevisti che riguardano i partner commerciali e ne compromettono l’attività o rendono difficile la relazione con gli stessi

 

Quali invece i rischi interni ed interni che possono compromettere la supply chain?

I rischi interni alla supply chain e che possono comprometterne il funzionamento sono invece quelli causati da fattori sotto il controllo dell’organizzazione.

I principali sono:

  • Rischi di produzione, a causa di una ridotta efficienza ed efficacia delle aree operative aziendali che comportano ritardi nella produzione e nelle consegne;
  • Rischi di pianificazione, causate da previsioni e valutazioni imprecise;
  • Rischi di vulnerabilità, correlati alla mancanza di un adeguato piano di emergenza, di cui un’azienda dovrebbe disporre per far fronte a una momentanea interruzione della catena di approvvigionamento.

 

Supply Chain 4.0: rischi della digitalizzazione e delle catene globali

Man mano che le catene di approvvigionamento diventano più lunghe e globali, queste sono esposte ad una gamma di rischi sempre più ampia, che comprende guerre commerciali, fallimenti aziendali, sicurezza informatica, mercati volatili e molto altro. La mitigazione dei rischi sulla supply chain è quindi molto complessa, ma può essere gestita correttamente se le aziende sono disposte a capire di più sul contesto dei propri fornitori, ampliando la loro visione.

I rischi legati alla supply chain sono variegati e spesso si avverano contemporaneamente. Una catena di fornitura interrotta da un’alluvione, un attacco informatico che blocca i sistemi di un partner strategico, una nuova regolamentazione che impone controlli più severi o ancora un improvviso default finanziario di un fornitore chiave, sono tutti tasselli di un puzzle complesso e interconnesso che può mettere a dura prova la continuità del business.

 

5 categorie di rischio da monitorare

I rischi legati alle controparti che le aziende si trovano ad affrontare, anche contemporaneamente, sono riconducibili a cinque macrocategorie. Vediamo insieme quali sono:

  • Rischi finanziari: il rischio finanziario dipende da molteplici fattori. In primis, la solvibilità: un fornitore in difficoltà economiche può non rispettare gli impegni contrattuali, generando criticità operative. L’accesso al credito è altrettanto rilevante: senza finanziamenti, le aziende rischiano di non sostenere la produzione o di non rispettare le scadenze. A ciò si sommano le variabili macroeconomiche – inflazione, oscillazioni valutarie, crisi sistemiche – che incidono sui costi delle materie prime e sulla competitività.
  • Rischi di compliance: il rischio di compliance è cruciale per le imprese che operano in settori regolamentati o con filiere complesse. Garantire la conformità normativa significa tutelare stabilità operativa, credibilità e reputazione: una violazione può comportare sanzioni, perdite finanziarie e danni d’immagine difficili da recuperare.
  • Rischi ESG: la gestione dei rischi ESG è ormai centrale nelle catene di fornitura globali. Trascurare gli standard di sostenibilità espone le imprese a sanzioni, perdita di investitori, calo della fiducia dei consumatori e danni reputazionali.
    L’impatto ambientale riguarda emissioni di CO₂, gestione dei rifiuti e processi produttivi sostenibili. Sul piano sociale, è essenziale garantire condizioni di lavoro eque, rispetto dei diritti umani ed evitare fenomeni di sfruttamento. La governance richiede trasparenza gestionale, rispetto delle normative e strutture di controllo solide.
    Anche un singolo fornitore non conforme può compromettere l’immagine dell’intera filiera e generare conseguenze legali e reputazionali
  • Rischi fisici: il rischio fisico nella supply chain può compromettere gravemente la continuità operativa. Eventi naturali o geologici possono danneggiare infrastrutture produttive e logistiche, causando ritardi, interruzioni e aumento dei costi. Se colpiti sono stabilimenti, magazzini o centri di distribuzione, il ripristino diventa più complesso.
    Condizioni ambientali estreme possono bloccare impianti e trasporti, interrompendo la catena. La dipendenza da infrastrutture strategiche come porti o rotte commerciali amplifica il rischio. Anche la disponibilità di materie prime può essere compromessa da eventi climatici o tensioni geopolitiche.
  • Rischi informatici: il rischio informatico è tra le minacce più pervasive per le imprese globali. Un singolo incidente può generare un effetto domino, compromettendo anni di investimenti.
    La vulnerabilità dei sistemi, causata da software obsoleti o infrastrutture non aggiornate, espone a cyberattacchi con impatti su servizi vitali e dati sensibili. L’uso del cloud aumenta l’esposizione: gestire informazioni su piattaforme esterne richiede standard di protezione elevati per evitare accessi non autorizzati.

 

Impatti sul business

La supply chain è un aspetto cruciale per qualsiasi azienda e ha un importante impatto sull'operatività e sui risultati aziendali.

Secondo le statistiche sulla supply chain riportate nel Gitnuz Marketdata Report 2024, oltre l’80% delle aziende ha subito un’interruzione della catena di fornitura negli ultimi anni. Si stima che tali interruzioni comportino un aumento del 3-5% delle spese e una diminuzione del 7% delle vendite.

Di contro, il 79% delle aziende con catene di approvvigionamento ad alte prestazioni ottiene una crescita dei ricavi superiore alla media del settore e le imprese con alta digitalizzazione della catena di fornitura presentano costi operativi inferiori del 20% e un EBIT maggiore dell’11%.

Percentuali che non lasciano dubbi: una gestione ottimale della supply chain è determinante sul successo di un’impresa.

 

Come gestire i rischi della supply chain sfruttando un approccio integrato?

La gestione dei rischi di filiera è tutt’altro che banale, ma ci sono degli accorgimenti che possono rivelarsi davvero preziosi. Abbiamo identificato quattro aree di intervento su cui è bene che le aziende concentrino i propri sforzi.

1) Innovazione tecnologica

La tecnologia rappresenta un valido alleato nel fronteggiare rischi interni ed esterni. Dotarsi di software in grado di gestire i vari passaggi lungo la catena del valore e il ciclo di vita dei prodotti, ma anche fare previsioni sulla domanda, automatizzare e monitorare tutte le fasi operative è strategico.

2) Valutazione dei fornitori

La selezione dei fornitori deve necessariamente passare da una rigida valutazione di aspetti ormai indispensabili come l’adesione alla compliance e l’attenzione ai fattori ESG. Al tempo stesso è fondamentale monitorare nel tempo le prestazioni dei partner commerciali, oltre al livello di affidabilità operativa, solidità finanziaria e abitudini di pagamento.

3) Diversificazione dei partner e dei mercati

Ridurre la dipendenza da un singolo partner commerciale o da specifici mercati permette di preservare la continuità aziendale. Per questo motivo l’ampliamento del portfolio fornitori e dei clienti, fatto in modo oculato, rappresenta un’opportunità da non trascurare. In questo le procedure di TRPM (Third Party Risk Management) rappresentano un supporto fondamentale per la mitigazione del rischio di fornitura.

4) Contrasto dei rischi informatici

Investimenti in cybersecurity oggi sono fondamentali per identificare le minacce informatiche precocemente e proteggersi da potenziali attacchi capaci di compromettere il corretto funzionamento della supply chain e, più in generale, dell’operatività aziendale.



Visibilità e trasparenza 

Nelle odierne supply chain si delinea una tendenza in cui visibilità e trasparenza acquistano valore, guidando il cambiamento. Le aziende devono essere vigili nel monitorare i rischi attraverso l’utilizzo di dati accurati e tempestivi. Sebbene un fornitore possa superare i controlli richiesti per verificare la compatibilità normativa, bisogna comunque chiedersi se esso si allinea in generale al marchio e ai valori dell’azienda e a quello che i clienti si aspettano da essa.

Una gestione efficace nasce dalla consapevolezza che i rischi non si presentano isolati, ma tendono a sovrapporsi. La vera sfida, oggi, è avere un approccio integrato e multidimensionale al rischio.

Approccio integrato significa:

  • Consapevolezza interconnessione rischi
  • Strumenti monitoraggio e analisi
  • Collaborazione tra funzioni aziendali diverse
  • Dialogo costante con fornitori
  • Modelli predittivi

Il risultato? Non l’eliminazione dei rischi, impossibile in un contesto globale così complesso, ma la capacità di affrontarli come parte integrante della normale gestione aziendale, riducendone gli impatti.

 

Una supply chain efficiente è fondamentale per la continuità aziendale

In una fase storica contrassegnata dalla cosiddetta permacrisi, ovvero un periodo caratterizzato da incertezza e instabilità costanti, una filiera efficiente è determinante per permettere una regolare attività aziendale e la realizzazione di margini in grado di garantire la crescita del business nel breve, medio e lungo termine.

L’adeguamento tecnologico dei processi si rivela un aspetto indispensabile nella gestione dei rischi di supply chain, come anche il poter disporre di dati e informazioni che permettano di prendere le decisioni più adeguate alle necessità del momento.

Dalla compliance alla sostenibilità, passando per l’internazionalizzazione e la scelta dei partner commerciali, nulla può essere lasciato al caso o valutato con leggerezza.

Prima lo si comprende, prima ci si attrezza per affrontare le sfide, sempre più complesse, che il futuro riserverà.

Valuta i rischi legati a fornitori e terze parti con un approccio multidimensionale

 

Luca Greco
L'AUTORE
Luca Greco

Small Corporate & Remote Selling Sales Director, CRIBIS

Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.

Small Corporate & Remote Selling Sales Director, CRIBIS

Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.

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