Supply Chain Compliance

Supply Chain sostenibile: cosa si intende, e a che punto siamo?

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Un’analisi del grado di sostenibilità delle supply chain delle aziende. A che punto siamo, e cosa fare per rendere più green le catene di approvvigionamento?

In un contesto in cui lo sviluppo economico deve necessariamente dimostrarsi sostenibile, la supply chain gioca un ruolo importante. La sostenibilità delle catene di fornitura è infatti fondamentale affinché l’intero processo produttivo, dal reperimento delle materie prime alla distribuzione del prodotto finito, possa dirsi sostenibile.

 

Che cos'è una supply chain sostenibile?

Oggi le imprese cercano soluzioni per limitare le emissioni di gas effetto serra, spesso derivanti dalla catena di approvigionamento. Possiamo parlare quindi di supply chain sostenibile quando l'azienda si prende l'impegno nel produrre il minimo impatto ambientale possibile e nell'operare in forma socialmente responsabile.

 

Quanto sono sostenibili le supply chain delle aziende?

Per comprendere a che punto le aziende sono sul fronte dell’impegno per rendere green le supply chain ci viene in aiuto il report State of Supply Chain Sustainability 2023, realizzato da MIT Center for Transportation & Logistics e Council of Supply Chain Management Professionals. L’analisi coinvolge un campione di 2.300 professionisti sparsi in tutto il mondo, a cui sono state poste domande sulle attività messe in atto dalle imprese per cui lavorano al fine di realizzare una catena di approvvigionamento sostenibile.

Dal rapporto emerge un quadro preoccupante: nonostante il tema ambientale sia prioritario, solo il 35% delle aziende si è posta come obiettivo emissioni di carbonio net-zero, contro il 65% che non lo ha fatto.

Peraltro, l’impegno verso la carbon neutrality è molto disomogeneo geograficamente. In Europa e Stati Uniti è più sentito, con rispettivamente il 53% e il 44% delle imprese che adottano obiettivi di zero emissioni. In Asia la percentuale scende invece al 36% e in America Latina al 22%.

Considerando il peso che la supply chain ha proprio sulle emissioni, va notato come siano ancora troppe le aziende che non stanno intervenendo concretamente contro il cambiamento climatico.

 

I fattori che influiscono sulla sostenibilità della supply chain

La gestione della catena di fornitura richiede una complessa pianificazione e un’attenta scelta e gestione dei partner commerciali e anche le strategie più strutturate possono subire contrattempi e risentono di eventi globali imprevedibili come pandemie, guerre e crisi economiche.

Secondo l’indagine, l’impegno per la sostenibilità della supply chain durante periodi critici sembra dipendere fortemente dalla natura delle problematicità in atto. Se infatti l’emergenza Covid19 e la guerra in Ucraina hanno portato a un aumento dell’impegno sulla sostenibilità rispettivamente nel 79% e nel 61% dei casi, i timori di una possibile recessione economica ha spinto a un maggiore impegno solo il 44% delle aziende, contro un 56% di realtà per cui gli sforzi sono calati. I motivi di questa diversa risposta sono da ricercare nel fatto che entrambi gli eventi citati hanno messo a rischio la continuità degli approvvigionamenti, rendendo indispensabile intervenire tempestivamente rinnovando le reti di fornitura affinché siano più resilienti per evitare interruzioni. Le paure legate a una possibile stagnazione economica rendono, invece, prioritario risparmiare sui costi, costruendo una rete snella e conveniente, per poter fronteggiare economicamente tempi difficili.

A questo punto sorge spontaneo chiedersi cosa spinga le aziende a impegnarsi per avere una filiera ecosostenibile. A fare la differenza sono principalmente le pressioni esercitate dagli investitori e la prospettiva di poter avere accesso a capitali e iniziative destinati a realtà che si dimostrano attive sul fronte della sostenibilità.

Se gli investitori rappresentano la forza più potente nell’incentivare le aziende a migliorare i propri sforzi sul fronte della sostenibilità, anche i governi, gli organismi internazionali, il management, i consumatori finali e i dipendenti esercitano un’influenza decisamente significativa.

 

 

Gestione sostenibile della supply chain: su cosa si interviene per aumentare la sostenibilità


Se si considerano gli ambiti di intervento per aumentare la sostenibilità della supply chain, il report mostra come non ci sia un ambito considerato più urgente degli altri, ma è comunque possibile trarre alcune considerazioni su come si stanno muovendo le aziende.

Nell’indagine viene, infatti, chiesto di assegnare un punteggio da 1 (non prioritario) a 6 (molto prioritario) ad alcune tematiche ambientali e sociali e questa è la classifica in base al punteggio medio ottenuto:

 

  • Benessere e sicurezza dei dipendenti 4.1
  • Risparmio energetico ed energie rinnovabili 4
  • Tutela dei diritti umani 3.9
  • Impatto sulla comunità locale 3.8
  • Diversità, equità e inclusione (DEI) dei fornitori 3.8
  • Mitigazione del cambiamento climatico 3.7
  • Conservazione dell'acqua 3.6
  • Retribuzioni equa e pratiche di business eque 3.6
  • Gestione dei rifiuti e circolarità della filiera 3.4
  • Risorse naturali e conservazione della biodiversità 3.3

Non c’è una chiara precedenza di una categoria rispetto alle altre, ma negli ultimi quattro anni si registra un aumento dell’attenzione verso diversità, equità e inclusione dei fornitori (DEI) e la protezione delle risorse naturali.

 

Mentre più diffuse pratiche che le aziende hanno messo in atto nel 2023 per migliorare la sostenibilità della catena di approvvigionamento sono:

  • codici di condotta dei fornitori (80%)
  • audit dei fornitori (52%)
  • mappatura della supply chain (43%)
  • codici di condotta aziendale (38%)
  • certificazioni (36%)

 

Vuoi valutare la sostenibilità della tua supply chain?

 

In conclusione, torniamo alla domanda iniziale: a che punto siamo con la sostenibilità nella supply chain? I numeri dimostrano che, se tanto è stato fatto, ancora molto resta da fare e che sfortunatamente prospettive economiche incerte non aiutano.

Sarà fondamentale il ruolo di istituzioni, clienti e partner commerciali per fare in modo che le imprese non perdano di vista l’obiettivo di interesse comune che è arrivare a uno sviluppo davvero sostenibile.

Luca Greco
L'AUTORE
Luca Greco

Sales Innovation Director, Cribis

Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.

Sales Innovation Director, Cribis

Dopo un’esperienza ventennale nel B2B sales, nella quale ha ottenuto importanti risultati accrescendo il valore di alcuni clienti strategici attraverso l’implementazione di progetti complessi in ambito credit management, supply chain e sales acceleration, ha avviato un nuovo percorso professionale assumendo il ruolo di Sales Innovation Director. Nel nuovo ruolo coordina un Team multitasking che si occupa di supportare e formare le reti di vendita, di garantire lo sviluppo di alcuni mercati verticali e di assistere i clienti nell’adoption dei servizi per aumentare il loro grado di consapevolezza e di soddisfazione. Appassionato lettore di saggi di storia, geopolitica e romanzi declina questa passione nei viaggi in luoghi con grande impatto naturalistico e/o ricchi di contenuti storici.

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